DI Ilenia di Summa
Il messaggio del Papa in occasione della 55.ma Giornata Mondiale della Pace, che ricorre il primo giorno dell’anno, è stato centrato sulla speranza, il dialogo tra generazioni e il lavoro. Una speranza che prende la forma del dialogo declinato a sua volta in ascolto, poiché, in assenza di dialogo, nessuna pace vera e duratura è possibile.
Il Pontefice ha fornito una duplice interpretazione della pace: dono dall’alto e frutto di impegno condiviso. Insieme alla preghiera, per Francesco è necessario agire quotidianamente in modo costruttivo, promuovendo la giustizia, dedicando attenzione agli ultimi, sforzandosi per mettere in pratica il perdono e spegnere il fuoco dell’odio.
Il Papa ha proposto tre vie per la costruzione di una pace duratura. Si tratta di tre elementi imprescindibili per “dare vita ad un patto sociale”, senza il quale non è possibile promuovere un progetto di pace. Il primo punto riguarda “Il dialogo tra le generazioni, quale base per la realizzazione di progetti condivisi”. Le crisi contemporanee, infatti, evidenziano l’urgenza di un’alleanza fra giovani e anziani. Da un lato, i giovani hanno bisogno dell’esperienza esistenziale, sapienziale e spirituale degli anziani; dall’altro, gli anziani necessitano del sostegno, dell’affetto, della creatività e del dinamismo dei giovani. Il punto successivo si sofferma su “L’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo”. È necessario stipulare un patto educativo globale, che coinvolga le famiglie, le comunità, le scuole e le Università, le istituzioni, le religioni, insomma l’umanità intera, cui spetta il compito di formare persone mature. Educazione e istruzione sono, pertanto, le parole chiave del nuovo paradigma culturale. L’ultimo punto riguarda “Il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana”. Il lavoro costituisce le fondamenta sulle quali costruire la giustizia e la solidarietà in ogni comunità, esso è chiaramente una necessità, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale. Per questo, secondo il pensiero del Papa: “Occorre unire le idee e gli sforzi per creare le condizioni, affinché ogni essere umano in età lavorativa abbia la possibilità, con il proprio lavoro, di contribuire alla vita della famiglia e della società”.
Nel messaggio del Pontefice hanno trovato spazio una serie di riflessioni sull’importanza che le istituzioni danno alla formazione: “Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l’istruzione e l’educazione, considerate spese piuttosto che investimenti. Eppure sono le fondamenta di una società coesa, civile, in grado di generare speranza, ricchezza e progresso. Le spese militari, invece, sono aumentate, superando il livello registrato al termine della “guerra fredda”, e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante”.
Occorre dunque un cambio di passo, una politica popolare e non populista; secondo la Banca Mondiale, oggi ci sono quasi 100 milioni di persone in più a livello mondiale che vivono in stato di impoverimento dopo la pandemia da Covid-19. A sottolinearlo è stato Aboubakar Soumahoro, presidente di Lega Braccianti e Portavoce di Invisibili in Movimento: “La pandemia avrà acuito lo stato di impoverimento ma si tratta di una condizione già preesistente, parliamo di persone che non riescono a soddisfare i propri bisogni vitali e quelli delle proprie famiglie a causa delle crescenti disuguaglianze materiali”- ha affermato. Il Papa ha poi concluso: “Non serve abbattersi ma rimboccarsi le maniche per costruire la pace, guardando non al male che ci divide, ma al bene che può unirci!”.