DI Ilenia di Summa
La notizia ha fatto il giro del mondo suscitando incredulità e indignazione: può un’opera ritenuta universalmente un capolavoro essere giudicata alla stregua di pornografia?
È quello che è successo al celeberrimo David di Michelangelo e, di riflesso, alla preside di una classe della Classical School di Tallahassee, in Florida, costretta alle dimissioni per aver mostrato la scultura in questione ai propri alunni, durante una lezione sull’arte del Rinascimento. La vicenda è nota: Hope Carrasquilla, preside e insegnante di Storia dell’Arte, nel corso di una lezione, ha mostrato ai propri discenti il David e l’affresco della Creazione, capolavori indiscussi, che però hanno mandato su tutte le furie alcuni genitori, in quanto li hanno ritenuti inadatti a ragazzini di 11-12 anni, a causa delle nudità. Da qui è partita un’autentica crociata che ha portato alle dimissioni della preside, sicuramente più “dignitose” di un licenziamento in tronco.
Infatti, Barney Bishop, presidente della Tallahassee Classical School, ha ammesso che, nonostante la Storia dell’Arte rientri nel curricolo didattico, ha dovuto dar seguito alle proteste di alcuni genitori, infuriati per le immagini di nudo maschile e perché le stesse siano state proposte ai ragazzini senza che loro ne fossero stati informati. In effetti, secondo il regolamento della scuola, i docenti che intendano proporre contenuti didattici ritenuti “controversi”, devono comunicarlo ai genitori con due settimane di anticipo. “I diritti dei genitori sono di primaria importanza e questo per tutelare gli interessi di tutte le famiglie”, ha riferito alla stampa Bishop.
Evidentemente la preside, pur essendo a conoscenza di tale disposizione, ha pensato, purtroppo erroneamente, che immagini d’Arte non corressero il rischio di essere scambiate per oscenità da censurare.
La protagonista di questa surreale vicenda si è detta “veramente amareggiata” per il trattamento subito, ma da più parti le stanno giungendo messaggi di solidarietà. Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia, il museo fiorentino che custodisce l’opera “incriminata” ha dichiarato; “Nudità non corrisponde a pornografia. Mi meraviglio di questi genitori perché il David è il simbolo del Rinascimento che mette al centro dell’attenzione l’uomo nella sua perfezione, così come è stato creato da Dio. Il David è una figura religiosa, è l’espressione della nostra cultura europea e non ha niente di pornografico”.
Sullo stesso tono il parere di Paola Cammeo, docente di Storia dell’Arte: “L’arte è desiderio di libertà contro le convenzioni e rappresenta l’opposto dell’oscurantismo. L’arte ci insegna proprio a non oscurare niente. Per me, la pornografia è l’ignoranza. Il nudo artistico è portatore di valori etici e morali. E il David è l’emblema della libertà”.