BARI – “città dell’incontro e dell’accoglienza”. Papa Francesco e i capi delle Chiese cristiane del Medio Oriente, sono giunti “pellegrini” nella città dove riposano le reliquie di San Nicola, vescovo di Oriente questa mattina per pregare e ribadire il proprio impegno per la pace di quella “splendida regione” turbata da guerra, violenza e distruzione. La visita ecumenica nel capoluogo pugliese conferma la strada tracciata dal Santo Padre in questi anni di pontificato. Il dialogo interreligioso come migliore antidoto alla tentazione del fondamentalismo, soprattutto nei “momenti bui della storia”.
La “lampada uniflamma”, accesa nella cripta della Basilica davanti a San Nicola, è simbolo di una Chiesa unita che denuncia i potenti in terra, incapaci nel promuovere percorsi di pace.
“Dare voce a chi non ha voce”. Questo il monito lanciato da Papa Francesco nel discorso pronunciato sul lungomare di Bari. Difendere chi è costretto a lasciare la propria terra, “nel silenzio di tanti e con la complicità di molti. L’indifferenza uccide, e noi non vogliamo essere voce che contrasta l’omicidio dell’indifferenza”. Sono passate solo ventiquattro ore dall’ omelia pronunciata dall’altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro, in occasione della Santa Messa per i migranti. “Di fronte alle sfide migratorie di oggi, l’unica risposta sensata è quella della solidarietà e della misericordia; una risposta che non fa troppi calcoli, ma esige un’equa divisione delle responsabilità, un’onesta e sincera valutazione delle alternative e una gestione oculata. Bergoglio non perde occasione per richiamare l’attenzione ad uno dei temi più cari del suo pontificato, la difesa dei diritti di ogni persona e soprattutto di ogni minoranza.
Bari, città da dove è possibile “contemplare l’orizzonte e il mare”, torna ad essere una tappa importante per il cammino ecumenico di Papa Francesco. San Nicola, “la cui venerazione solca i mari e i confini tra le Chiese” è testimone della volontà dei 22 Patriarchi di cambiare il destino del Medio Oriente, terra dove sono piantate le “radici delle nostre stesse anime”.
Vito Mariella