DI Gianni Svaldi
No, l’idea Joker dei fumetti e del cinema non ha niente a che vedere con Chiara Ferragni. Ecco 9 differenze e (l’ultimo punto) una ipotizzabile similitudine.
1) Origini Ambigue
Nel fumetto, le origini del Joker sono spesso rimaste ambigue. La sua storia dietro la trasformazione in criminale psicopatico varia, contribuendo a mantenere il personaggio enigmatico e misterioso. Ma sicuramente non proviene da una famiglia piccolo borghese.
2) Joker non ama i soldi
La spiegazione viene data nel Batman di Nolan da Alfred, il maggiordomo di casa Wayne a Bruce: “Quando ero in Birmania col mio reggimento i villaggi venivano razziati e i loro abitanti uccisi da una banda di briganti. Noi demmo loro la caccia per mesi finché in un villaggio trovammo un ragazzino che giocava con degli smeraldi rubati dai briganti. Quando gli chiedemmo come ne fosse venuto in possesso rispose che glieli aveva regalati il loro capo. Fu allora che capimmo il perché di tanta violenza; a loro non interessavano i soldi o il potere, volevano solo seminare il caos e questo tipo (il Joker) è uguale a loro”.
Joker non è mosso dai soldi ma dall’idea distorta di un caos rinnovatore della società.
3) Follia e Caos e non calcolo e opportunismo
La pazzia è una caratteristica chiave del Joker. La sua mente distorta e la mancanza di un movente chiaro lo rendono imprevedibile, contribuendo al caos che semina. Non è un calcolatore cinico e lucido.
4) Joker non cerca la redenzione
Secondo quanto raccontato nel fumetto Batman: The Killing Joke, prima di diventare il supercriminale più pericoloso di tutta Gotham City, il Joker era un teppista di strada di nome Jack Napier che tenta la carriera da cabarettista ottenendo scarso successo e restando in difficoltà economiche. Pur di poter mantenere la moglie incinta e dimostrare a lei, e se stesso, di non essere un fallito, decide comunque di associarsi con due malviventi. Diventa pazzo quando poco prima di un colpo la moglie muore per lo scoppio di uno scalda biberon. Questa è una rara spiegazione del prima di Joker.
5) Il Joker è il contrario dell’influencer
Joker non cerca di attrarre poveracci incapaci di formarsi una propria opinione, cerca di creare caos e anarchia senza un fine specifico, dimostrando una filosofia nihilistica. La sua stessa esistenza è un’espressione di disordine e non di ordine da passerella.
6) Una versione di Joker non vuole essere idolatrata ma solo accettata
Arthur Fleck (il Joker di Joaquin Phoenix) è magrissimo, curvo su se stesso, il corpo emaciato e pieno di lividi, lo spirito oppresso da una risata incontrollabile che definisce «un disturbo». Porta in tasca un biglietto che porge a chi si offende per il suo ghigno inopportuno: «Soffro di un disturbo… non ne abbiate a male».
7) Complessità Psicologica
Il Joker non è una o uno dei tanti arrivisti, è un personaggio psicologicamente complesso. La sua mente instabile e le sue azioni apparentemente irrazionali sono il riflesso di una società che odia il debole e il brutto e ama il bello e il potente.
8) Iconografia visiva
L’aspetto fisico del Joker è iconico non è banalmente modaiolo, con il volto dipinto di bianco, i capelli verdi e un sorriso a ghigliottina.
9) Riflessione della Società
Il Joker, in diverse incarnazioni, è stato interpretato come una riflessione della società. La sua nemesi con Batman può essere vista come uno scontro tra ordine e caos, con il Joker che incarna gli elementi disfunzionali della società.
10) Una ipotizzabile similitudine
Joker vede le persone comuni come marionette tristi e devitalizzate da usare per i propri fini