Di Ilenia di Summa
Una storia che può sembrare una favola quella di Mbacke Sarr, senegalese in Italia da 22 anni, che dopo aver lavorato come bracciante agricolo, in vista delle elezioni del 2024, decide di candidarsi alla presidenza della Repubblica in Senegal.
Arrivato in Italia nel 2000, non su un barcone, ma in aereo, si ferma un paio di mesi in Puglia, a raccogliere pomodori nella Capitanata, insieme al fratello e ad alcuni amici. Lavoro duro, che però Mbacke Sarr ricorda con un pizzico di nostalgia: “Era il primo lavoro che ho fatto in Italia. Sono sincero, mi sono trovato molto, molto bene a livello umano, con le persone che ho conosciuto. Il lavoro era duro, però sono stato felice perché ho conosciuto dei ragazzi veramente bravissimi. E questo me lo ricorderò sempre. Qualche volta mi invitavano a uscire la sera a bere qualcosa, in quel periodo lì, proprio quando c’era tanta gente in giro e feste. E mi dispiace tantissimo che li abbia persi di vista”.
Finita la campagna del pomodoro è partito per il Nord, tornando a Bergamo, dove era atterrato qualche mese prima. “Quando sono arrivato, ho lavorato come operaio metalmeccanico, ho fatto il portinaio, poi nel 2005 sono entrato in un golf club come caddie master – racconta Mbacke Sarr – dopodiché ho studiato, sono andato alla scuola di Golf di Sutri, vicino Roma, e poi dal 2017 al 2020 sono diventato il direttore del golf club dove ho iniziato sedici anni fa”.
Da una decina di anni, ha una sua impresa, un’agenzia interinale attraverso la quale cerca di aiutare i suoi connazionali a trovare lavoro e a ottenere il permesso di soggiorno. Una storia di integrazione, dunque. Mbacke Sarr, però, continua ad avere il Senegal nel cuore e desidera fare qualcosa per il suo Paese, da qui la decisione di entrare in politica. «Abbiamo la forza e l’attitudine per far crescere il nostro Paese. E io voglio dedicare tutto me stesso alla guida di questo cambiamento. Come tanti miei connazionali ho vissuto sulla mia pelle l’emigrazione. Questi vent’anni in Italia mi hanno fatto crescere molto. E, allo stesso tempo, hanno fatto maturare in me la convinzione che i nostri giovani abbiamo il diritto di poter restare e lavorare nel loro Paese d’origine».
Mbacke Sarr ha fondato un suo movimento, quale alternativa ai due partiti istituzionali senegalesi, quello socialista e quello democratico, e un sito Internet. Con lo slogan “We are One” spera di avviare la sua campagna elettorale, coinvolgendo le comunità di Senegalesi che si trovano in Italia, in Francia, in Germania e in Spagna. Per il 2023 progetta una campagna porta a porta in Senegal. “Sogno un futuro migliore per il Senegal. I miei obiettivi? Valorizzare le risorse, tanto minerarie quanto turistiche, modernizzare le infrastrutture, che sono obsolete o addirittura assenti, combattere la dilagante corruzione e perseguire l’autosufficienza alimentare”, afferma il candidato presidente.