Effetto Lockdown. “Maledico il giorno in cui ho aperto la Partita Iva”

28 Marzo 2020
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di Emma Barbaro

Alessandro Pasquale, ha 32 anni e da circa sei anni sono è un libero professionista nel settore della geologia. Lavora soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, in particolare in Campania.

Alessandro, ti piace il tuo lavoro?

Come in tutte le cose della vita, ci sono i pro e i contro. Qualche volta sono più i pro e sono felice di aver scelto questa strada. Altre volte, invece, i contro sembrano muri invalicabili che ti fanno maledire il giorno in cui hai deciso di aprire una partita iva. Ecco, in questo periodo, mi sento un po’ così.

Come e dove stai vivendo la quarantena? Che impatto ha sulla tua vita professionale, pubblica e privata? Come ti sei organizzato?

Vivo la quarantena in  casa dei miei genitori, in un piccolo paese in provincia di Avellino. Dal punto di vista professionale la mia vita è stata quasi totalmente azzerata da questa epidemia. Lavoro soprattutto per i privati e credo che molti di loro, al momento, abbiano altri pensieri. Ho abortito anche l’idea di iniziare una campagna pubblicitaria per la mia attività perché credo che in questo periodo sia poco attraente per il pubblico. Quindi l’unica cosa che faccio al momento è quella di tenermi aggiornato: cerco qualche corso da seguire e provo a imparare cose che possano essere spendibili in futuro.

Senza dubbio la mia vita privata ha subito dei cambiamenti. Non si esce più di casa e non si incontra nessuno. Tutte le cose che prima erano normali, adesso sono diventate improvvisamente vietate. E se ci si sofferma a pensarci, la cosa sembra veramente irreale, quasi orwelliana. Ma se è questo il sistema per risolvere il problema, vanno prese tutte le precauzioni necessarie.

Per quello che riguarda la sfera delle interazioni sociali, indubbiamente oggi esistono infiniti mezzi di comunicazione che virtualmente ci avvicinano. Ma purtroppo io non sono un grande amante di questo tipo d’interazioni. Considerando poi che non si fa altro che parlare di questo benedetto virus, trovo genuino per la mia salute mentale stare alla larga un po’ da tutti.

Mi pesa pensare di sprecare il mio tempo, unica vera ricchezza nella vita di ogni essere umano. Passare le giornate a contare le ore è insopportabile, mi sembra di non avere alcuno scopo. Tutto questo mi fa sentire vuoto e soprattutto inutile.

Cosa stai pensando di fare? Stai già progettando qualcosa? Cosa? Modificherai il tuo modo di lavorare, di vivere, di guardare al mondo? Cosa cambierà, secondo te, nel tuo mondo professionale? 

Per anestetizzare questo senso di inutilità sto considerando questo periodo di tempo come un modo per migliore me stesso sotto ogni punto di vista. Quindi lo impiego facendo cose che avrei sempre voluto fare e che, probabilmente anche per pigrizia, non ho mai fatto.

Dal punto di vista professionale, se sei una partita iva non ti puoi mai fermare, devi sempre essere sul pezzo. Devi dimostrare di saper comprendere quale possa essere il modo migliore per restare in “vita” e devi sempre adeguare il tuo modo di approcciarti a chi hai di fronte. Quindi comunque andrà a finire questa storia, noi piccole e giovani partite iva, dovremo modificare il nostro modo di fare. Come lo farò? Non lo so, dipenderà dalle situazioni che vivrò volta per volta.

Spero solo che questo non sia il colpo di grazia per il mio settore. Se prima eravamo già abituati a farci la guerra per “quattro briciole”, non oso pensare a quello a cui si arriverà pur di accaparrarsi un lavoro dopo questo virus.

Cosa cambierà, più in generale, in Italia e nel mondo?

Spero, ma non nego di essere pessimista, che la società italiana possa avere una “maturazione civile”. Mi è forse più facile sperare – ma non nego di essere ancor più pessimista – che la classe politica di questo Paese ne abbia tratto una qualche lezione. Spero soprattutto che riesca a fare un salto di qualità e cambi, così, in maniera radicale il modo di fare politica. Il virus è arrivato in un periodo storico complicato per il mondo intero e finirà, credo, per complicare la situazione. Tutti questi rapporti tesi tra potenze mondiali lasciano i poveri sempre più poveri. E la volontà di mettere la maledetta finanza sempre prima di ogni altra cosa, non mi sembra che aiuti a disegnare uno scenario molto roseo per il futuro.

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