Di Ilenia di Summa
Che la mafia faccia paura non sorprende. Che, invece, possa avere paura è sicuramente un fatto più insolito, e per questo, meritevole di attenzione e approfondimento.
Il tema è affrontato dal docufilm, “La mafia ha paura – Storia di un Sud che può vincere” realizzato da Avviso Pubblico – Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, nell’ambito di un’iniziativa finanziata dai “Cantieri di antimafia sociale”, a cura della Regione Puglia, su proposta partecipata dal Comune di Bitonto, Città Metropolitana di Bari e Avviso Pubblico.
Il docufilm racconta la storia di Anna Rosa Tarantino, una delle tante vittime innocenti della mafia, uccisa per errore il 30 dicembre 2017, durante un conflitto a fuoco tra clan rivali, nei vicoli di Bitonto. Una tragedia non dissimile a quella del 15enne Michele Fazio, morto a Bari vecchia il 12 luglio 2001. Persone morte “casualmente”, vittime di una violenza estranea alla loro quotidianità, e forse proprio per questo, destinata a provocare lo sdegno e la ribellione dei cittadini onesti, sempre meno disposti a subire le prepotenze del sistema mafioso.
Proprio in questo va ricercata la chiave di lettura del docufilm, alla cui proiezione ha partecipato, fra gli altri, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il quale ha ricordato che “ E’ importante mantenere la memoria, studiare e avere ben presente il quadro tecnico della situazione, perché l’antimafia sociale è come un manuale che dobbiamo scrivere e perfezionare con il contributo di tutti.”
Se la comunità prende le distanze dal fenomeno mafioso, purtroppo ancora tenacemente radicato nel tessuto sociale, e impara invece a contrastarlo attivamente, crea gradualmente le condizioni per affermare la cultura della legalità.
A tale proposito, Michele Abbaticchio, Vicepresidente di Avviso Pubblico ed ex, sindaco di Bitonto afferma: “Questo docufilm non è solamente l’omaggio a una vittima innocente di mafia. È la testimonianza di una comunità che reagisce alla prepotenza mafiosa, riappropriandosi dei territori con eventi, creazione di aree ludiche, parchi, punti sportivi di prossimità. Una comunità composta da tanti cittadini, ognuno con il proprio ruolo, che non si arrendono e non si lasciano intimidire dalle minacce di una criminalità che non conosce altri linguaggi oltre a quello della violenza e della droga, con cui inganna e avvelena tanti ragazzi. Una criminalità che, in questi casi, può essere sconfitta. E, proprio per questo, ha paura”.
Il docufilm “La mafia ha paura – Storia di un Sud che può vincere” è destinato ad aprire un dibattito nelle scuole, al fine di approfondire il concetto di legalità e potenziare nei giovani il senso dell’etica, intesa nella sua accezione più ampia di esercizio dei diritti e dei doveri di cittadini responsabili e consapevoli.