Di Ilenia di Summa
Quasi un giovane italiano su cinque fra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora. Sono 1,7 milioni i “Need” nel nostro Paese. Il preoccupante dato, il più elevato in Europa dopo la Romania, emerge dal rapporto Istat Noi Italia, reso disponibile a partire dal 26 giugno 2023. Neet è l’acronimo di “Not (engaged) in Education, Employment or Training”, è una persona che in un dato momento non studia, né lavora né riceve una formazione.
La nuova edizione di Noi Italia, che si sofferma su una selezione di oltre 100 indicatori statistici sulla realtà del nostro Paese, articolata in numerosi punti, che affrontano aspetti demografici, ambientali, economici e sociali.
Lo studio è costituito da 6 aree tematiche (Popolazione e Società, Istruzione e Lavoro; Salute e Welfare; Industria e Servizi; Ambiente e Agricoltura; Economia e Finanza pubblica) e fornisce, pertanto, un’analisi completa e aggiornata, utile per misurarsi con la complessità del presente, ma anche per progettare una nuova fase di sviluppo sostenibile e inclusivo.
Popolazione e Società
I report demografici evidenziano una popolazione di 59.030.133 individui, rilevando un decremento (-0,3%) rispetto all’anno precedente; le aspettative di vita si attestano a 80,5 anni per gli uomini e 84,8 per le donne; in netta ripresa, dopo gli anni della pandemia, risultano i matrimoni (+86,3%), ma anche le separazioni e i divorzi (rispettivamente +22,5% e +24,8%); la fecondità si attesta su 1,25 figli per donna, mentre l’età media al parto sale a 32,4, collocandosi fra le più alte d’Europa; in aumento anche l’indice di vecchiaia, che raggiunge quota 187,6 anziani ogni 100 giovani.
Come anticipato poc’anzi, lo studio, in riferimento all’area Istruzione e Lavoro, mette in evidenza un dato preoccupante: quasi 1/5 dei giovani fra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora (dato più elevato in Europa dopo la Romania). Ne consegue la necessità di porre in essere dinamiche atte a favorire il loro ingresso nel sistema formativo e nel mercato del lavoro, al fine di evitare la dissipazione di un capitale umano sempre più ridotto nel prossimo futuro.
Salute e Welfare
Lo studio evidenzia che in Italia la spesa sanitaria pubblica risulta inferiore a quella di altri Paesi Europei e che le famiglie contribuiscono alla spesa sanitaria complessiva per circa il 24%. I posti letto ospedalieri sono pari a 3,1 per mille abitanti, con significative differenze fra le regioni. Le regioni del Nord-Est rilevano la più alta quota di consumatori di alcol a rischio (17,2%); le regioni del Mezzogiorno quella di persone obese (13,9%) e le regioni del Centro hanno la più alta quota di fumatori (21,5%). Un dato positivo riguarda la mortalità infantile, fra le più basse d’Europa.
Relativamente all’area Industria, i report comunicano un calo dei prezzi alla produzione dell’Industria del 4,3% su base annua. Per i Servizi, l’aumento congiunturale nel 1° trimestre 2023 è riferito ai servizi di informazione, di supporto alle imprese e alle attività professionali, mentre si registra un ribasso per i servizi di trasporto e di telecomunicazione.
Ambiente e Agricoltura
Lo studio rileva che il 56,7% della popolazione è preoccupata per i cambiamenti climatici e ritiene prioritario intervenire a favore dell’ambiente; in flessione i dati relativi al settore Agricoltura: -1,5% il volume della produzione e -2,1% l’occupazione. A penalizzare il settore sono gli alti costi e gli elementi climatici (siccità).
Infine, in riferimento all’area Economia e Finanza pubblica, lo studio pone l’accento sui dati incoraggianti relativi all’aumento degli occupati (+0,3%) alla frenata dell’inflazione (si attesta intorno al 6% annuo), al reddito disponibile delle famiglie (+3,2%) e al clima di fiducia delle imprese (+ 0,9%)