Tutto è partito dalla risposta a un annuncio di lavoro da parte di una gelateria di italiani a Vienna. Un viaggio che ha cambiato completamente la vita di Silvia Chiarini, nativa di Bagnolo Mella, che dopo quell’esperienza, con caparbietà è diventata quello che avrebbe voluto essere: una libraia.
Silvia raccontaci un po’ la storia della libreria, chi ha avuto l’idea e com’è nata?
La storia della libreria è legata alla mia storia personale. Sono nata e cresciuta in provincia di Brescia. Sono arrivata a Vienna come cameriera stagionale in gelateria e poi ho deciso di rimanere e di seguire un sogno, quello di lavorare in libreria. Ancora non lo sapevo, ma l´Austria, con la struttura del mercato del libro, tutt´uno con l´area di lingua tedesca, e la sua mentalità, era la scelta giusta. Ho avuto la possibilità, a trentacinque anni e con un tedesco decisamente non perfetto, di frequentare la scuola professionale per librai lavorando contemporaneamente come apprendista in una libreria del centro. Mi sono diplomata libraia e ho lavorato per qualche anno in librerie di lingua tedesca. Poi Petra e Oliver Hartlieb, già titolari di una libreria, hanno deciso di aprire una filiale con libri in tedesco, francese e italiano. E così da circa tre anni esiste questa sezione, che gestisco imparando di volta in volta cosa si può realizzare e cosa no, e quali sono le risposte dei lettori.
Come mai esiste una sezione di letteratura italiana? Per il fascino che l’Italia suscita in città come in tutta l’Austria o per necessità?
L´Italia suscita in Austria e particolarmente a Vienna un grande fascino. Ma non è questo il motivo che ci ha spinto ad aprire una sezione italiana. Una libreria di lingua italiana mancava a Vienna da oltre vent´anni, l´ultimo tentativo da parte di un libraio austriaco amante del nostro Paese risale agli inizi degli anni Novanta. La sezione italiana esiste per una serie di coincidenze. Anche la libreria francese nei dintorni aveva chiuso da poco e l´idea era di aprire una libreria multilingue. E così è stato. Siamo in tre libraie a gestire la filiale: una viennese, una francese e una italiana. Prima, ad ogni viaggio in Italia, mi portavo lo zaino quasi vuoto e lo riempivo di libri. Quindi, anche senza definirla una necessità, ho deciso che oltre a me anche altre persone sarebbero state felici di poter entrare in una libreria a Vienna dove guardare un po’ di libri in italiano e fare delle richieste ad una libraia italiana. Mi sono confrontata da subito con la presenza del commercio online, anche se molte persone sono consapevoli dei problemi anche morali ad esso legati, e con le differenze fiscali che si ripercuotono sul prezzo dei libri. Ma quello che sto cercando di fare io è far diventare la libreria un punto di riferimento per gli italiani a Vienna, con circolo letterario, incontri e presentazioni.
Qual è il vostro motto e cosa fate per sollecitare la lettura?
Non abbiamo un motto vero e proprio. Cerchiamo di non dimenticare l´unicità a Vienna di ciò che siamo: una libreria tedesca, francese e italiana con libraie madrelingua. Abbiamo il vantaggio di poter parlare ad un pubblico vasto, in cui ogni nazionalità ha una certa mentalità condividendo allo stesso tempo spazi ed intenti. Questo offre la possibilità ai viennesi di conoscere o approfondire culture diverse e ai francesi e agli italiani di ritrovarsi e sentirsi un po’ a casa.
Anche a Vienna più scrittori che lettori?
Non saprei. Oggi quasi tutti scrivono, magari solo sui social, dove ognuno può imparare a discernere la lealtà e la qualità di chi scrive. Se per scrittori si intende chi ha scritto e pubblicato libri, sono di più i lettori. Conosco alcuni italiani a Vienna che hanno scritto e pubblicato libri, un paio mi sono piaciuti molto. Sicuramente per il mio lavoro ho a che fare principalmente con persone che leggono. Quindi cerco di utilizzare le mie energie per tutto ciò che sta intorno alla lettura, come ad esempio gli incontri. La mia opinione è che il mercato del libro, in Italia più che altrove, dichiari di promuovere la lettura quando in realtà ne promuove un aspetto solo quantitativo. Promuovere la qualità significa un mercato del libro con ruoli distinti e non sovrapposti, significa una legge sul prezzo del libro che funziona, non i libri con lo sconto al supermercato. Perché quello ne fa vendere un paio di copie in più, ma sempre e solo due titoli e non tutela l´indipendenza del lettore, il soggetto forse meno considerato. Pensando a lungo termine si potrebbe fare di più.
Qualche aneddoto curioso del lettore medio viennese? Quale genere preferisce? Come funzionano le presentazioni da voi?
Il lettore medio viennese ama l´Italia anche se a volte ne ha un´immagine stereotipata, in bene e in male. Quindi la persona che impara l´italiano legge di più gli autori che hanno avuto un certo successo anche in lingua tedesca e confermano una certa immagine. Camilleri in testa. Molti però, felici del fatto che io sia italiana, mi chiedono consigli e mi raccontano i loro risultati, mi danno moltissima fiducia. Un aneddoto, una cosa successa quando avevamo aperto da poco, mi ha aiutato molto in seguito: una signora di Vienna è entrata e ha guardato a lungo la sezione italiana. Poi, quasi fosse stato un esame, mi ha detto: «Ma qui non sono tutti libri italiani, ci sono le traduzioni!». Ho capito che il pubblico della sezione italiana è eterogeneo: l´italiano cerca libri in lingua italiana, il viennese ha bisogno di libri italiani originali. Le presentazioni sono bilingue. Io in genere faccio la moderazione e la traduzione, non perché abbia la preparazione giornalistica, ma perché moderatori e traduttori esterni hanno giustamente dei costi. Per me è importante che le serate siano e rimangano ad entrata libera, quindi cerco di ridurre le spese. Molti autori ci vengono incontro e non richiedono un onorario per la serata. Spesso lavoriamo in cooperazione con l´Istituto Italiano di Cultura di Vienna, che sostiene molte iniziative in città. Dalla prima presentazione di due anni fa ho imparato molto. Ad esempio che ogni serata è a sé, non ci sono regole generali. Passione ed entusiasmo aiutano, così siamo riusciti a portare Stefano Benni a Vienna, ma quello che conta davvero è coinvolgere le persone.
Conosci la coppia di romanzieri Monaldi e Sorti che vive a Vienna?
Conosco i loro libri. Quando ho iniziato la scuola per librai e lavoravo in centro, andava molto “Imprimatur”. Ho scoperto allora che non era più disponibile in italiano. Il loro ultimo romanzo “Malaparte. Morte come me”, l’ho venduto in libreria pochi giorni fa. So che vivono a Vienna ma non li conosco. Chissà se sono già passati in libreria…