DI Ilenia di Summa
L’eco profonda delle recenti stragi, quella che ha riguardato la scuola di Uvalde, in Texas, con la morte di 19 studenti e 2 insegnanti, oltre al ferimento di altre 17 persone, e quella nel supermercato di Buffalo, nello Stato di New York, dove sono state uccise 10 persone e 3 sono rimaste ferite, ha prodotto un atteso riscontro: si registra, da parte del Senato degli Stati Uniti, il primo via libera alla stretta delle armi.
Con 64 sì e 34 no, il Senato ha espresso parere favorevole alla proposta di legge bipartisan, la quale prevede: un rafforzamento dei controlli relativi ad eventuali precedenti penali per acquirenti al di sotto dei 21 anni; lo stanziamento di 11 miliardi di dollari per la salute mentale e di 2 miliardi per potenziare la sicurezza nelle scuole; il finanziamento per implementare le “red-flag lows”, ovvero, inibire l’uso delle armi ai cittadini ritenuti, per vari motivi, una minaccia; il rafforzamento delle penalità per chi effettua acquisti illegali o aggira, attraverso modalità illecite, i requisiti della licenza. L’ultima legislazione sul controllo delle armi fu approvata nel 1994 e vietava la produzione, per uso civile, di fucili d’assalto e di caricatori a grande capacità. Il presente disegno di legge, pur facendo registrare un evidente passo avanti per i sostenitori del controllo delle armi, resta tuttavia molto al di sotto delle richieste del presidente Joe Biden.
“Stasera il Senato degli Stati Uniti sta facendo qualcosa che molti credevano impossibile anche solo poche settimane fa: stiamo approvando la prima legge significativa sulla sicurezza delle armi da fuoco in quasi 30 anni”, ha dichiarato il leader della maggioranza democratica del Senato Chuck Schumer, dopo l’approvazione della legge. Dello stesso tono l’intervento del suo omologo repubblicano Mitch McConnell, il quale ha affermato che la legge renderà l’America più sicura “senza rendere il nostro Paese un po’ meno libero. Questo è un pacchetto di buon senso. Le sue disposizioni sono molto, molto popolari. Non contiene nuove restrizioni, nuovi periodi di attesa, obblighi e divieti di alcun tipo per i possessori di armi rispettosi della legge”.
Di tutt’altro avviso la National Rifle Association, la potente e influente lobby americana, attiva a favore dei detentori di armi da fuoco, che in un comunicato avverte: “Ci opporremo a questa legislazione sul controllo delle armi perché non è all’altezza di tutti i livelli”. A conferma delle differenti e opposte posizioni, pochi giorni prima del voto favorevole alle restrizioni, ha destato sconcerto la sentenza della Corte Suprema, che cancellando le restrizioni vigenti a New York sul porto d’armi, sancisce, di fatto, il diritto di girare armati, anche senza un valido motivo, secondo il dettato del Secondo Emendamento in materia di esercizio dell’autodifesa. A seguito di tale sentenza, il presidente Joe Biden ha dichiarato di essere profondamente deluso per una decisione che “contraddice sia il buonsenso che la Costituzione”.
Si attende ora l’approvazione definitiva del provvedimento entro sabato 25 giugno, prima del passaggio del medesimo alla Camera: l’obiettivo è quello di arginare a livello legislativo l’escalation di violenza che sta sconvolgendo il Paese.