A quasi 50 anni dai fatti, si apre il processo per esecutori del rapimento di Cristina Mazzotti, la 18enne sequestrata nel 1975 a Eupilio (Como) e trovata morta in una discarica di Galliate (Novara) dopo un mese di prigionia e torture
DI Gianni Svaldi
Dopo 49 anni si apre il processo agli ultimi tre responsabili del rapimento di Cristina Mazzotti, la giovane sequestrata il 30 giugno del 1975, nel giorno della sua festa di diploma. Cristina morì dopo quasi un mese di agonia in una buca di cemento, ventilata soltanto da un tubo di plastica largo appena cinque centimetri. Ventisette giorni di torture durante i quali venne nutrita con due panini al giorno dalla sua carceriera e sedata con 200 gocce di Valium, quando la sua disperazione diventava insopportabile alle orecchie dei suoi aguzzini. Alla fine, nonostante il padre avesse pagato il riscatto di 1,5 miliardi di lire, riottenne la figlia solo per seppellirla.
Tra gli anni ’70 e ’80, circa 500 persone furono sequestrate in Italia, in quella che è una delle pagine più oscure della nostra storia. Storia che non vuole raccontare nessuno, perché nessuno la vuole ascoltare. Alla fine solo pochi di coloro che erano coinvolti hanno realmente pagato per i loro crimini. A tanti è andata molto meglio di come è andata alle loro vittime.
Il business del sequestro attirò tutte le criminalità dello Stivale: dai sardi ai siciliani, dai calabresi ai campani, fino ai gruppi criminali del Nord. L’orrore finì per due ragioni. La più conosciuta è il congelamento da parte dello Stato dei beni delle famiglie dei rapiti, ma questa non fu la causa principale. La più importante fu che il sequestro divenne troppo rischioso per i clan. Il clamore mediatico associato a questi crimini cominciava a bloccare affari più redditizi come il traffico di droga e la gestione degli appalti che nutre ancora oggi quell’intreccio sempre più profondo tra criminalità e politica.
Cristina Mazzotti, la ragazza che voleva solo vivere, divenne involontariamente la prima donna rapita nella lunga stagione dell’Anonima Sequestri nel Nord Italia, un tragico primato che lei non cercò.
Di lei abbiamo solo poche foto in bianco e nero, nella più famosa ci sorride misteriosamente come la Gioconda di Leonardo da Vinci.
(foto fornita dalla famiglia – wikimafia.it)