Sonda spaziale contro asteroide

28 Settembre 2022
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DI Ilenia di Summa

Nella notte fra il 26 e il 27 settembre 2022, la sonda spaziale Dart (acronimo di Double Asteroid Redirection Test), della Nasa, ha colpito l’asteroide Dimorphos (160 metri di diametro), allo scopo di deviarne la traiettoria. Lanciata nello spazio il 24 novembre 2021, tramite un razzo vettore Falcon 9 della SpaceX, la sonda, che ha un peso di 570 kg, ha centrato il bersaglio alle 01:14 ora italiana, ad una velocità superiore a 22mila km orari e ad una distanza di oltre 10 milioni di km dalla Terra. Qual è lo scopo di questa impresa costata alla Nasa 330 milioni di dollari? Sperimentare, attraverso un test, un sistema di difesa planetaria, utile nel caso un asteroide minacciasse la Terra.

“Sappiamo che gli asteroidi ci hanno colpito in passato. Questi impatti sono un processo naturale e accadranno di nuovo in futuro”, ha affermato Alan Fitzsimmons, astronomo presso la Queen’s University di Belfast. “Vorremmo fermare quelli più pericolosi. Il problema è che non abbiamo mai testato la tecnologia necessaria per farlo. Questo è lo scopo di Dart”. Prima che la sonda colpisse l’asteroide, gli esperti del team investigativo di Dart, grazie al supporto di potenti telescopi, hanno effettuato osservazioni accurate per calcolare tempi e velocità orbitali, al fine di garantire il successo dell’impatto. “Le misurazioni effettuate dal team all’inizio del 2021 sono state fondamentali per assicurarsi che Dart arrivasse nel posto giusto e al momento giusto per il suo impatto cinetico con Dimorphos”, ha spiegato Andy Rivkin, co-responsabile del team investigativo Dart presso il Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory (APL), a Laurel nel Maryland. “Confermare quelle misurazioni con nuove osservazioni ci mostra che non abbiamo bisogno di alcun cambio di rotta e siamo già sul bersaglio.”

La documentazione della missione è affidata a LiciaCube, acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids, un nano-satellite di dimensioni ridotte (30x20x10), coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e realizzato dall’Argotec di Torino. LiciaCube è il primo nano-satellite costruito in Italia, che esplora lo spazio profondo, oltre l’orbita della Luna; è dotato di due importanti strumenti: LEIA (LiciaCube Explorer Imagining for Asteroid), una camera in grado di acquisire immagini ad alto livello di definizione, da notevole distanza e LUKE (LiciaCube Unit Key Explorer, una camera a campo largo, atta ad analizzare l’ambiente asteroidale. Il team di LiciaCube è composto da studiosi italiani e comprende ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica del Politecnico di Milano, dell’IFAC-CNR di Firenze e delle Università di Bologna e di Napoli. I dati forniti da LiciaCube saranno fondamentali per studiare la deviazione dell’asteroide, lo schianto della sonda, il cratere e i detriti generati.

Sul sito della Nasa è riportata la dichiarazione di Lindley Johnson, ufficiale di difesa planetaria dell’agenzia aerospaziale: “Il successo di Dart fornisce un’aggiunta significativa alla cassetta degli attrezzi essenziale che dobbiamo avere per proteggere la Terra dall’impatto devastante di un asteroide. Questo dimostra che non siamo più incapaci di prevenire questo tipo di calamità naturale”. L’amministratore della Nasa, Bill Nelson, ha scritto: “Questa non è la trama di un film. La missione Dart è la prima missione al mondo per testare la tecnologia per difendere la Terra da potenziali pericoli di asteroidi o comete!”.
Anche se gli esperti ritengono che nessuno dei grandi asteroidi colpirà la Terra nei prossimi 200 anni, è rassicurante sapere che siamo in possesso della tecnologia adeguata a fronteggiare la potenziale minaccia.

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