di Emma Barbaro
Antonio Carbone ha ventidue anni ed è uno studente universitario iscritto al Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università degli Studi di Salerno.
Antonio, quali sono i tuoi interessi?
Durante questi anni sono molti gli interessi e le passioni che ho coltivato e che porto avanti ancora oggi. Amo la politica e, più in particolare la rappresentanza studentesca, che mi accompagna ormai da anni e che è diventata, di conseguenza, parte integrante della mia vita e carriera universitaria. Amo aiutare le persone che mi circondano, ed è bellissimo essere in prima linea per portare avanti i problemi e le istanze degli studenti e delle loro famiglie. Più in generale, condivido i principi cardine dell’associazionismo: partecipazione, aggregazione, la capacità di mettere insieme ragionamenti e pensieri differenti, tanti cuori, tante passioni, per creare qualcosa di bello. È la diretta conseguenza di un amore incondizionato per ciò che ci circonda, un atto di fede se vogliamo, che si spoglia della veste dell’interesse e del lucro per garantire invece la partecipazione e il coinvolgimento di coloro i quali vogliono creare un progetto comune. Oggi, per me, l’associazionismo è importante più che mai. Siamo in una fase storica in cui la logica dell’interesse abbassa gli standard politici e in cui la società civile pareva aver dimenticato cosa volesse dire lottare per un fine comune.
Come e dove stai vivendo la quarantena? Che impatto ha sulla tua vita? Come ti sei organizzato?
Ci avviamo ormai verso la fine della seconda settimana di quarantena e purtroppo persino le nostre passioni hanno subito degli stravolgimenti. Sembra che ora come ora non ci resti che stare qui, fermi, ad aspettare. È molto difficile e, da quando questa fase è iniziata, le restrizioni si sono via via inasprite. Personalmente, devo ammettere che fino a qualche settimana fa avevo sottovalutato molto l’emergenza e non avrei mai pensato che si potesse arrivare al punto in cui ci ritroviamo oggi. Ero nella mia casa da fuorisede, a preparare gli ultimi esami che mi dividono dal conseguimento della laurea, totalmente ignaro della situazione che si sarebbe venuta a creare di lì a poco. Oggi invece, nel pieno dell’emergenza, mi ritrovo qui, nel mio paesino d’origine – in provincia di Avellino – chiuso in casa insieme alla mia famiglia, con tanta paura e, soprattutto, tante incertezze.
Purtroppo quest’emergenza ci sta privando delle libertà. Ci priva della possibilità di fare sport, di coltivare le passioni a cui eravamo abituati e che non avremmo mai pensato potessero, tutto d’un tratto, venir meno. Soprattutto non in questo modo.
Cosa stai pensando di fare? Stai già facendo? Stai già progettando qualcosa? Cosa? Modificherai il tuo modo di lavorare, di vivere, di guardare al mondo? Cosa cambierà, secondo te, nel tuo mondo professionale?
Attorno a me vedo tanta paura e altrettanta incertezza. I numeri delle persone positive al Covid19 aumentano di giorno in giorno, stiamo saturando le strutture ospedaliere e ovunque, qui in Italia, sembrano iniziare a scarseggiare uomini e mezzi per far fronte all’emergenza. Ma, nonostante tutto questo, penso sia possibile sopravvivere a questo virus guardando a tutte le piccole cose positive che ci accadono ogni giorno. Io, per esempio, sto approfittando di questa quarantena per rimettere in ordine tutti i progetti fermi da tempo. Sto cercando di leggere, recuperando un’abitudine che trascuravo e che mi mancava moltissimo. Mi dedico, anche da lontano, alla mia amata rappresentanza studentesca, perché mai come in questo momento non sono pochi le criticità che gli studenti come me stanno affrontando. Piccoli problemi fatti di didattica online, esami, tirocini, sospensione dei pagamenti delle rate universitarie.
Studio per affrontare gli ultimi esami che mi separano dalla laurea. Ma, soprattutto, riscopro quei valori che davo per scontati: lo stare insieme alla mia famiglia, la libertà di uscire, di vivere i propri amici e di poter scambiare qualche chiacchiera in compagnia. Penso che possiamo provare a compensare, nel nostro piccolo e con tutti i mezzi che l’era moderna ci mette a disposizione, le limitazioni che ci si pongono davanti.
Cosa cambierà, più in generale, in Italia e nel mondo?
Vedo un paese fondato sulle diversità e sulle disparità che pian piano si sta unificando. Vedo grandi multinazionali e piccole e medie imprese agire, nelle proprie possibilità, con la finalità comune di aiutare le persone in difficoltà. Vedo i miei colleghi, studenti e rappresentanti, mobilitarsi per darsi una mano a vicenda, per far fronte alle difficoltà. Vedo le istituzioni che si propongono di prorogare i termini di pagamento di tasse e imposte, per dare un respiro alle famiglie e ai cittadini tutti. Vedo medici, operatori, infermieri, forze dell’ordine, i dipendenti di quelle attività che nonostante l’emergenza devono garantire il proprio turno a lavoro intensificare il proprio impegno, fino allo stremo delle forze. Vedo intere nazioni mobilitarsi contro le difficoltà che questo maledetto Coronavirus ci sta ponendo davanti.
Ne usciremo, e andrà tutto bene.