Trump colpisce il Made in Italy, ma i Paperoni possono brindare lo stesso

27 Marzo 2025
trump brinda vino

DI Gianni Svaldi

I dazi di Trump non sono solo un’arma politica, sono un attacco diretto alla vita quotidiana di migliaia di italiani ben più rilevante di chi vincerà le elezioni comunali o regionali nel vostro angolo del Paese. Colpiranno duramente le piccole aziende italiane che esportano negli Stati Uniti, costringendole a licenziare dipendenti o a chiudere. E con loro crollerà un intero indotto.

A pagare il conto sarà il piccolo produttore di formaggi, vini, salumi, pasta – prodotti venduti come Made in Italy – che vedrà gli ordini evaporare da un giorno all’altro. Ma il danno non si fermerà ai confini italiani: dall’altra parte dell’Atlantico, l’aumento delle imposte ricadrà sulla classe media americana, già soffocata dal caro vita, che dovrà rinunciare a prodotti genuini e affidarsi ancora di più a una dieta industriale – quella che ha già trasformato il 75% degli americani in obesi (contro il 50% degli europei).

Eppure, c’è qualcuno che non si accorgerà di nulla. I dazi non sfioreranno i prodotti di lusso: chi cena sorseggiando Amarone o Sassicaia continuerà a farlo, anche se la bottiglia costerà 500 o 1000 dollari in più. Lo stesso vale per chi guida una Ferrari o veste abiti firmati italiani (di quei pochi marchi ancora davvero italiani): se un soprabito raddoppia di prezzo, poco importa a chi può permetterselo senza guardare il cartellino.

Il paradosso è questi; la manovra di Trump massacrerà le piccole imprese italiane e peserà sulle tasche (e sulla salute) di una parte di suo elettorato, mentre l’élite americana – quella che non vede l’ora di lasciarsi alle spalle questa inquietante e imbarazzante parentesi populista – ne uscirà quasi indenne.

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