Ce l’hanno fatta. Alla fine non hanno trovato l’arancia, ma ciò che finalmente sono riusciti a fissare, in quella che è stata già definita “la foto del secolo”, è qualcosa di molto simile. Luciano Rezzolla, direttore dell'Istituto di Fisica Teorica di Francoforte e membro del Comitato Scientifico che ha collaborato al progetto Eht (Event Horizon Telescope), aveva usato la metafora del tentativo di immortalare da Bari “un’arancia sulla Luna”, per provare a spiegare la tecnica e gli sforzi che il team di ricercatori, artefici della scoperta delle Onde Gravitazionali - di cui egli stesso fa parte - avrebbe usato e potenziato, per cercare di fotografare il Buco Nero al centro della nostra galassia.
Luciano Rezzolla col futuro ha sempre avuto a che fare: viaggiando e sognando con la caleidoscopicità del pensiero, osservando e ‘speculando’ sui fenomeni della natura, analizzando e teorizzando il possibile al di là dell’immaginario. Tenendo costantemente e razionalmente - in questo veleggiare - i piedi e la mente saldamente agganciati alla concretezza scientifica della matematica.
Genitori troiani, infanzia e adolescenza a Bari (dove tutt'ora vivono mamma e papà), con la formazione di base fino al biennio in Fisica all’Università degli Studi del capoluogo pugliese. Poi il primo volo verso Trieste, per completare il percorso di studi e laurearsi in Astrofisica nel 1992. E dopo essere entrato nella SISSA, per le specializzazioni avanzate, acquisire il PhD in Astrofisica nel 2007. Nello stesso periodo, assolve gli obblighi di leva entrando nella Scuola Allievi Ufficiali della Marina Militare Italiana di Livorno, per poi chiedere di potersi trasferire a Monfalcone, per poter continuare a frequentare - anche in divisa - i corsi di specializzazione della prestigiosa Scuola triestina. A cui seguiranno tre anni di ulteriore specializzazione e studi intensificati negli Stati Uniti, nel gruppo dell’astrofisico americano Irwin I. Shapiro presso l’Harvard-Smithsionian Center per l’Astrofisica.
La passione per la fotografia e le assidue frequentazioni dei corsi tenuti nello Studio Fotografico Liberti a Bari, gli avevano fatto incontrare Carolin, giovane sorella tedesca della moglie del titolare, con la quale ‘scatti’, prospettive spaziali ed esercizio della lingua inglese, avevano favorito un processo di “impressione fatale”: che alla vigilia di Natale del 1994 li porterà a sposarsi. Dal matrimonio nasceranno tre figli: Anna, Emilia e Dominik (Mik).
“Sono un astrofisico relativista - precisa il prof. Rezzolla - cioè un fisico che usa la teoria di Einstein sulla relatività generale, per descrivere e spiegare osservazioni astronomiche ad alta energia di buchi neri e stelle di neutroni”. “Per fare questo combino strumenti perturbativi analitici con simulazioni numeriche non lineari, in cui si risolvono le equazioni Einstein insieme a quelle di idrodinamica relativistica o di idrodinamica magnetica. Lo faccio nell'infinito processo di confronto dei risultati teorici e delle previsioni con le osservazioni astronomiche”.
Il silenzio - che sia assoluto e siderale o relativo all’intervallo tra due perturbazioni - gli è piuttosto familiare. Ama vela e lettura, meglio se fatte in contemporanea. "Eraora" è il nome del suo Hunter 606, la barca a vela dove cerca di trascorrere il tempo libero nei fine settimana, mentre “tutti sono troppo impegnati”. La sua caccia silenziosa ai segreti delle stelle, è come se avesse da sempre seguito le trame affascinanti del Rosone di Troia: un astro calcareo dai ricami moreschi di antichi e familiari arabeschi mediterranei.
“La grande novità della prima fotografia di un buco nero è che oggetti cosmici invisibili per definizione per la prima volta possono essere visti e studiati direttamente. Adesso possiamo finalmente osservarli - ha detto Luciano Rezzolla - oggi si apre la prima pagina di un nuovo libro, nel quale è possibile fare osservazioni sempre più accurate di questi oggetti, previsti un secolo fa da Albert Einstein". Consacrazione e annuncio dello straordinario risultato sono stati celebrati a Bruxelles alla presenza del Commissario Europeo per la Ricerca, la Scienza e l'Innovazione, Carlos Moedas, e contemporaneamente in altre cinque conferenze stampa organizzate a Santiago del Cile, Shanghai, Tokyo, Taipei e Washington.