Su solco delle verità, scomode e ignorate, racchiuse in scatti nei luoghi più diversi e lontani del mondo, assieme alle foto degli eventi più importanti che accadono nel mondo, le protagoniste del World Press Photo raccontano le notizie dell’anno precedente.
La novità di quest’anno all’interno delle categorie premiate è stata l’introduzione del premio World Press Photo Story of the Year assegnato al fotografo “la cui creatività visiva e abilità hanno prodotto storie fotografiche con eccellenti editing, circa un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica del 2018”. È stato aggiudicato all’olandese Pieter Ten Hoopen con con il progetto The Migrant Caravan: un foto-racconto, realizzato tra ottobre e novembre scorsi, dedicato all’immigrazione e alla più grande carovana di migranti partita dall’Honduras (e che ha raccolto persone da Nicaragua, El Salvador e Guatemala) e diretta negli Stati Uniti con oltre 7000 persone, tra cui almeno 2.300 bambini (secondo quando affermato dalle agenzie delle Nazioni Unite).
Il World Press Photo, il più importante concorso di foto-giornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese, dopo Bari fino al 14 luglio 2019 si fermerà a Matera. Le foto vincitrici sono state proclamate ad Amsterdam l’11 aprile 2019. Nel Teatro Margherita di Bari, le 140 foto selezionate hanno raccontato l'anno 2018 assieme allo scatto vincitore del World Press Photo of The Year 2019 Crying Girl on the Border di John Moore. La foto ritrae una bambina honduregna di circa due anni, Yanela, in un pianto disperato; sua madre, Sandra Sanchez, che la teneva in braccio, è costretta a staccarsi da lei e a lasciarla a terra perché deve sottoporsi alle perquisizioni di un agente della polizia di frontiera americana al confine con il Messico. La foto che ha fatto il giro del mondo e ha contribuito alla cessazione della separazione dei bambini dai genitori che il governo americano aveva messo in atto lo scorso anno. La foto è speciale, trasmette tutta la drammaticità del momento.
Fanno colpo le foto di Yael Martinez (2° premio) che denuncia il trauma psicologico delle famiglie delle persone scomparse in Messico, a seguito della guerra contro i cartelli della droga messicani. E' molto eloquente la foto che ritrae la cameretta della quattordicenne Perla Granda arredata con le immagini della foto dei fratelli scomparsiche formano un cuore, simbolo universale dell'amore. La la loro scomparsa non impedisce alla sorella di continuare ad amare e a sperare. Quest’anno oltre le fotografie, sono ospitate le opere dei vincitori della sezione Digital Storytelling, arrivato alla nona edizione e presentato per il primo anno in Italia e a Bari. I video racconti sono realizzati da giornalisti visivi, produttori o narratori digitali con l’uso della tecnologia digitale e fruibili con smartphone o tablet.
Le foto sono state selezionate da una giuria indipendente composta da esperti del settore e presieduta da Whitney C. Johnson, vicepresidente della sezione Esperienze Visive ed Immersive presso National Geographic. I candidati sono 43 candidati provenienti da 25 differenti nazioni: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Germania, Ungheria, Iran, Italia, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Filippine, Portogallo, Russia, Sud Africa, Spagna,Svezia, Syria, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, e Venezuela. Tra questi vi sono 14 donne (32%), dato che rappresenta un significativo aumento rispetto al Photo Contest del 2018, che aveva il 12% di candidati donne. I premi sono suddivisi in otto categorie distinte in “scatti singoli” e “storie”: Attualità (Contemporary Issues), Ambiente (Environment), Notizie Generali (General News), Progetti a Lungo Termine (Long-Term Projects), Natura (Nature), Ritratti (Portraits), Sport, Spot News.
Cinque i lavori degli italiani in mostra e tre sono i premiati. Il primo premio per la sezione Ambiente va al reportage “La crisi del lago Ciad” di Marco Gualazzini, dell’agenzia Contrasto. Lorenzo Tugnoli invece è il vincitore del primo premio nella sezione Notizie Generali con il reportage “La crisi in Yemen” che ritrae i campi dei rifugiati, gli ospedali e la linea del fronte. C'è anche la foto di Daniele Volpe, fotografo indipendente, secondo premio foto singole per la sezione Notizie Generali con “Still Life Volcano”.
Nei fine settimana anche alcuni talk di approfondimento a ingresso libero e incontri con i protagonisti .La World Press Photo Foundation è un’istituzione internazionale indipendente senza fini di lucro. Il World Press Photo gode del sostegno di Dutch Postcode Lottery. L’esposizione nella Città dei Sassi si terrà presso gli Ipogei Motta, gradinata via San Bartolomeo 46, a pochi metri dalla centrale via D. Ridola.