C’è una parte del mondo che spesso è dimenticata, dove l’infanzia viene rubata quotidianamente dalla fame e dalla miseria. Era il 1989 quando l’Organizzazione Nazionale delle Nazioni Unite firmò la Convenzione dei diritti dell’infanzia, approvata da tutti i paesi del mondo. Cinquantaquattro articoli per tutelare la vita, la salute e lo studio di queste creature. Ma ancora adesso tutto questo non è garantito. Il dossier di ActionAid sui Bambini nel sud del mondo racconta, attraverso dati e immagini, di quei diritti negati ai bambini da una situazione di sottosviluppo e di come, nonostante le condizioni attuali, sia possibile nel proprio piccolo aiutarli attraverso l'adozione a distanza.
ActionAid, associazione onlus, svolge importanti attività mirate a sensibilizzare le comunità locali sull’igiene personale come prima forma di prevenzione e per favorire e diffondere campagne di vaccinazione per i bambini. Da oltre 25 anni si batte in più di 40 paesi di Africa, Asia e America Latina per garantire a questi piccoli cittadini del Terzo Mondo i diritti che gli spettano.
A morire ogni giorno a causa di complicazioni e infezioni contratte alla nascita, di polmonite, di parti prematuri, di diarrea e malaria sono 1500 bambini, come spiegato dal dossier. Decessi che potrebbero essere evitati grazie all’utilizzo di farmaci o con piccoli interventi mirati. Nel 2016 sono stati circa 2,6 milioni i bambini morti nel primo mese di vita. Per mille nati vivi si calcola un tasso di mortalità che supera il 55 percento in diversi paesi dell’Africa. Numeri allarmanti che dovrebbero far attivare i paesi occidentali, spesso troppo indifferenti a questa tragica situazione. I dati raccolti fanno emergere una netta contrapposizione tra il Nord e il Sud del mondo dove la malnutrizione uccide 6 milioni di bambini da 0 a 5 anni ogni anno, in contrasto con le morti per obesità del mondo occidentale. A questo proposito l’obiettivo della Commissione Europea è proprio quello di ridurre il numero di bambini denutriti di almeno il dieci per cento entro il 2025. La carenza di cibo rende, infatti, queste popolazioni vulnerabili e fortemente esposte a virus mortali per la mancanza di vaccini di alcune malattie, come il tetano, il morbillo, il rotavirus e la difterite.
Ma il cibo non è l’unica piaga di questi paesi. I minori, abituati a crescere in condizioni di violenza, miseria e sfruttamento, hanno difficoltà anche a prendere un bus per andare a scuola o ad avere del cibo per il loro pasto quotidiano. Piccole e semplici cose che diventano ostacoli insormontabili per questi bambini che vedono negati, ogni secondo, i loro diritti basilari e che sono considerati risorse preziose da poter sfruttare per il lavoro. I dati parlano di circa 170 milioni di lavoratori minorenni in tutto il mondo e quasi la metà svolge lavori pericolosi. Ed è l’Africa ad avere la più alta percentuale di bambini impegnati in attività lavorative (72 milioni).
Data la loro piccola statura sono, infatti, considerati ideali per le mansioni più dure all’interno di miniere con gallerie molto strette o nei campi, dove risultano più veloci. I bambini sono costretti a lavorare 10-15 ore al giorno in condizioni di totale mancanza di igiene e sicurezza. In questo scenario si insinua anche il problema dell’analfabetismo: sono analfabeti, infatti, 120 milioni di minori tra i 5 e i 15 anni e a 60 milioni di questi è negato il diritto all’istruzione.
Sono bambini che, inconsapevolmente, crescono privati dei loro diritti e la cui unica e vera gioia rimane solo la speranza.