Ah, l’America. Nell’immaginario collettivo è un puzzle di grattacieli, è la terra di Trump, di una politica poco umana, anzi decisamente contraria all’accoglienza. Eppure, è costituita da una miriade di puntini che si connettono creando ordine nonostante l’apparente distonia. Non si comprenderebbe altrimenti l’attenzione smodata che gli americani prestano alla cura degli animali.
Una storia, tra le più recenti, vede al centro dell’interesse pubblico un procione, la cui vita è stata sotto i riflettori per ore, essendosi coraggiosamente arrampicato su un edificio molto alto in Saint Paul, Minnesota. Adesso, il procione che ha tenuto incollate al televisore migliaia di persone col fiato sospeso, preoccupate per la sua sicurezza, è stato messo in salvo. L’eroe a strisce bianche e nere (in foto) è un esempio lampante delle distrazioni che si concedono gli americani per affrontare una quotidianità a volte, difficile.
Sentendosi bombardati da news dolorose che richiederebbero la loro azione, rispondono con la terapia dell’antipolitica, concentrandosi su semplici attività su cui possono fare la differenza. Si dedicano al giardinaggio con una cura maniacale, si lasciano stupire da accadimenti che sembrano assurdi nel 2018, e amano i gatti selvatici.
Ogni stato definisce il proprio animale e il proprio fiore, ma questo è un dettaglio. Quel che sorprende è la quantità di animali che si possono scorgere in una ordinaria passeggiata al centro commerciale, per strada o in un parco. In Ohio ho smesso di contare i numerosi scoiattoli che scorrazzano allegramente ovunque, continuando a rimanere affascinata dalle oche canadesi (non di nazionalità) che intasano il traffico, occupando comodamente il suolo pubblico. Nessun americano si spazientisce. Persino gli automobilisti più frettolosi mantengono la calma, attendendo che l’oca si porti altrove.
I procioni invece non sono proprio ben visti, considerato il loro appetito continuo che fa sì che rovistino spasmodicamente nei cassonetti della spazzatura alla ricerca di cibo. Io mi sorprendo ad osservarli per ore, senza che se ne rendano conto. Mi fanno un’infinita tenerezza, quando incrociando il loro sguardo, qualunque cosa stessero facendo, pare vogliano dirti “It wasn’t me”, come se fossero perennemente colti in flagrante.
I cervi sono un arredo urbano irrinunciabile. E per cervi dobbiamo abbandonare il nostro ricordo di Bambi, il celebre cartone animato prodotto dalla Walt Disney nel 1942. Sono animali imponenti, in grado di distruggere un veicolo e di sfondare il portone di un negozio se accidentalmente ci finiscono addosso. Sono al contempo timidi e farebbero tranquillamente a meno dell’essere umano. Non mancano le puzzole che per difendersi arrivano a “spruzzare”, rendendo impraticabili alcuni percorsi per diversi giorni.
Insomma, un altro mondo il nuovo mondo che pullula di animali neanche fosse uno zoo ad ingresso libero e fa battere i cuori della gente che ha bisogno di storie, favole e svaghi banali per reagire, rifugiandosi e trovando conforto nell’anti-politica delle piccole cose. Ma l'America è lontana, dall'altra parte della luna… cantava Lucio Dalla.