Nel Paese lavora il 38% della popolazione, pari a 23 milioni di persone. Di questi 4 milioni lavorano part time. Il 40% dei giovani è disoccupato. Dalla Settimana sociale di Cagliari della Cei parte il monito: “Il lavoro soffre di sette grandi mali”
CAGLIARI – Equità sociale e crescita economia per un lavoro che sia libero, creativo, partecipativo e solidale. In una parola: un lavoro che sia “degno” della persona”. Puntano in alto i Cattolici italiani alla 48 esima Settimana Sociale, tenutasi a Cagliari nei giorni scorsi, dedicata al tema universale del lavoro. L’evento ha dato la possibilità a oltre mille delegati, 80 vescovi, oltre 200 sacerdoti, 200 giornalisti, trecento volontari, rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee di narrare di uno dei fondamenti della Costituzione italiana nella quale la parola “lavoro” è scritta diciannove volte, seconda solo alla parola legge, in maniera alternativa. Ma il prospettato cambiamento non è solo di parole ma anche di metodo e di modello. La sfida è di passare da un sistema economico basato sullo sfruttamento e l’espansione senza limiti a uno basato sulla persona e sullo sviluppo umano integrale, sostenibile e inclusivo.
Sembrerebbero obiettivi utopistici, irraggiungibili, in un momento di crisi o post-crisi economica, a seconda dei punti di vista, la più grave dal dopoguerra, le cui ferite sono ancora sanguinanti. Eppure la Chiesa italiana ha le idee chiare, al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni il vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, Sergio Gatti, ha consegnato a Cagliari quattro proposte concrete, che sono la sintesi di due anni di lavoro, realizzato dagli oltre 1100 delegati di 25mila parrocchie italiane, 824 centri di ascolto della Caritas.
Il pacchetto di proposte si ispira ai quattro aggettivi usati da Papa Francesco nella sua prima esortazione apostolica, Evangelii Gaudium, che hanno titolato la Settimana Sociale: “il lavoro che vogliamo, libero, creativo, partecipativo e solidale”. Un patto tra le generazioni per un lavoro “degno” è la chiave di lettura delle proposte di cui hanno parlato in tanti durante la settimana sociale, dal Presidente della Cei cardianale Gualtiero Bassetti al segretario del Comitato Scientifico Mauro Magatti. Nella prima proposta si vorrebbe rimettere il lavoro al centro dei processi formativi affinché sia rafforzata la filiera formativa, l’apprendistato e la formazione duale; con la seconda si vorrebbe stimolare l’investimento dei patrimoni familiari delle generazioni adulte; la terza è rivolta a potenziare i criteri di sostenibilità ambientale e varare un programma di formazione delle Amministrazioni sul nuovo Codice degli appalti; infine si è preso spunto dal riesame dei parametri Iva che l’Unione Europea dovrà fare nel 2018 dopo 25 anni: la proposta è di ri-modulare le aliquote per le imprese che producono rispettando codici etici e ambientali oggettivamente.
“Proposte utili al Governo e alla Chiesa” sono state considerate per il Capo del Governo italiano che nel suo intervento di trenta minuti dal palco della fiera di Cagliari ha parlato anche di “precariato senza futuro e senza diritti” da contrastare tutti insieme.
In Italia lavora il 38% della popolazione, pari a 23 milioni di persone. Di questi 4 milioni lavorano part time. Su quattro persone che lavorano quasi tre sono pensionati. Lo scorso anno le imprese non hanno potuto assumere 258.000 persone per la mancanza di competenze e preparazione. Il 40% dei giovani è disoccupato. In generale il lavoro dei giovani non è pagato. E poi p. Francesco Occhetta, scrittore de La Civiltà Cattolica, intervistando il Cardinale, Peter Turkson, Prefetto per il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano, ha sottolineato che il “Il lavoro, soffre di sette grandi mali: investimenti senza progettualità; mercato senza responsabilità; tenore di vita senza sobrietà; efficienza tecnica senza coscienza (principi); politica senza società; privilegi senza ridistribuzione; sviluppo senza lavoro”. Secondo l’OCSE, per l’impatto della robotica e delle nuove tecnologie il 9% dei lavori spariranno e il 35% si trasformeranno. Ma il lavoro è anche una questione ambientale ha precisato il Cardinale Turkson che ha contribuito a redigere la seconda enciclica di Papa Francesco ” Laudato si’: l’ambiente è il contesto in cui opera l’uomo, il quale deve anche restituire all’ambiente, non solo prendere”. La raccomandazione è stata presto condivisa dal vescovo Filippo Santoro presidente del comitato scientifico delle Settimane Sociali, nonché vescovo di Taranto, che ha rivolto al presidente Paolo Gentiloni l’appello di coniugare lavoro e ambiente a partire dai 6mila posti di lavoro nell’Ilva di Taranto da salvaguardare.
Tanti dunque i temi che la Chiesa italiana ha messo sul tavolo della quattro giorni a Cagliari per rilanciare la questione del lavoro, quello “degno”, snodo decisivo della Settimana Sociale. Non qualunque tipo di lavoro lo è, hanno chiarito. Il lavoro è degno quando è a sostegno della vita e non del crimine, quando consente il soddisfacimento delle esigenze della famiglia nel rispetto della dignità. Il lavoro è degno quando rispetta il lavoro delle persone e l’ambiente, la Casa comune come dice il Papa nella “Laudato Sì”.
Suddividendo i lavori della plenaria in quattro sezioni di intervento, che vanno dalla denuncia del lavoro che non c’è o è precario (come nel caso del lavoro nero, caporalato, delle agromafie, ecomafie), alla presentazione di buone pratiche, al racconto delle prospettive dell’innovazione, sino ad arrivare alle proposte, i cattolici italiani dalla Sardegna, dal Sud del Paese, non hanno la pretesa di risolvere il problema del lavoro in Italia ma di iniziare percorsi economici che mettano al centro il “bene comune”. Del resto andando al cuore delle proposte presentate al presidente del Consiglio Gentiloni e al presidente dell’Europarlamento i Cattolici italiani hanno chiesto all’Italia e all’Europa delle politiche economiche giuste, etiche e socialmente sostenibili. Per l’economista Davide Maggi “resterà di questa settimana sociale e dei due anni di preparazione soprattutto una rete di rapporti, volti, persone che hanno voglia di cambiare il mondo in meglio. Che credono che questa società rivolta a calpestare i più deboli e indifesi possa essere cambiata”. L’interesse personale che cede il passo al bene comune diventa pertanto l’unica via per la risalita della crescita del nostro Paese, ha evidenziato il segretario della Cei Monsignor Galantino. Un richiamo alle responsabilità delle istituzioni e delle persone è emerso, a ridisegnare il sistema economico italiano ed europeo con regole più giuste ed eque. Tanti buoni propositi e impegni che non vogliono essere relegati a Cagliari, hanno sottolineato all’unisono i partecipanti, perché la Settimana sociale dei Cattolici continua. Il suo impegno sarà misurato da un doppio metro pieghevole con la scritta “misuriamo l’efficacia del nostro impegno” che Mons. Filippo Santoro ha donato al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al termine della visita istituzionale.
Potrebbe interessarti anche
Agricoltura, la Chiesa pugliese: giovani tornate alla terra, vi sfamerà