Sull’immigrazione le idee di grillini e leghisti sono sempre più vicine
Lello Gurrado | 11 September 2017

La cronaca nera di questa settimana è incominciata con il ronzio fastidioso di una zanzara, la mefitica anofele, e si è conclusa con un silenzio assordante

La zanzara non ha punto soltanto Sofia, quel piccolo angelo di soli quattro anni che ha perso la vita, ma praticamente tutta l’Italia, quella in buona fede e quella prevenuta. Di colpo, da un giorno all’altro, siamo diventati tutti esperti di malaria. Abbiamo sentito politici e giornalisti disquisire sul Plasmodium falciparum, un parassita, come se lo conoscessero davvero, li abbiamo ascoltati mentre asserivano senza ombra di dubbio che a portare la malaria in Italia sono i migranti, punto e basta. L’hanno scritto in prima pagina “Libero” e “Il Tempo”, l’ha ribadito Vittorio Feltri, l’ha sostenuto papale palale anche l’ineffabile Micaela Biancofiore, coordinatrice regionale di Forza Italia in Trentino-Alto Adige. La malaria, ha detto, è evidentemente approdata in Italia “attraverso i milioni di sbarchi degli ultimi mesi”.
I milioni di sbarchi li ha contati soltanto lei, ma non importa, un po’ di esagerazione in politica non guasta, fa colpo. L’affermazione, infatti, è stata subito raccolta e rilanciata da uno sconosciuto deputato leghista, tale Paolo Grimoldi, che ha aggiunto qualcosa di suo. “Lo Stato che fa entrare e accoglie questi immigrati è responsabile non solo della loro condotta e dei reati da loro commessi, come lo stupro di Rimini, ma anche del rischio che possano diffondere malattie”. Ecco, lo stupro di Rimini. Altro argomento della cronaca nera di questa settimana. Un fatto odioso che ha ovviamente suscitato unanimi reazioni di sdegno in tutto il paese. Anche in questo caso di colpo siamo diventati tutti polacchi, giustamente solidali con la coppia aggredita dal branco di maghrebini, ma c’è stato qualcuno che è stato più solidale degli altri. Per esempio la grillina Claudia Nozzetti, assessore al Lavoro e alle Politiche sociali di Venaria Reale, che ha scritto su Facebook: “Spero che li obblighino a tagliarselo l’un l’altro e a farglielo mangiare… i poverini fuggiti dalle guerre e bisognosi di accoglienza e affetto. In alternativa dateglieli in cura a casa della Boldracchia”.
La “Boldracchia” sarebbe ovviamente la Boldrini. Ed è inutile aggiungere altro, dico soltanto che si rafforza sempre più l’impressione che sul problema dell’immigrazione molti grillini abbiamo idee identiche a quelle dei leghisti. Sì, perché se la sanguinaria pentastellata di Venaria Reale ha tirato in ballo la Boldrini, lo stesso ha fatto Matteo Camiciottoli, sindaco leghista di Pontinvrea, entroterra savonese, che ha sporcato Facebook con un post in cui dice “Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini magari gli mette il sorriso… …che ne pensate?”
Cosa vuole che ne pensiamo? Che questo Camiciottoli non è soltanto sgrammaticato (quando ci si riferisce a una donna si dice “le” mette, non “gli” mette) ma anche indegno di ricoprire il ruolo di sindaco.
La cronaca nera di questa settimana finisce qui. Finisce qui perché i due carabinieri accusati di aver violentato a Firenze due ragazze americane sono italiani e sono bianchi. Se fossero stati di colore saremmo stati obbligati a scrivere una rubrica dieci volte più lunga per riportare tutti i commenti dei politici indignati. Invece la Biancofiore, l’assessora grillina, il deputato leghista, il sindaco sgrammaticato su questo caso non hanno aperto bocca. E neanche Salvini, la Meloni, Di Maio, e compagnia cantante. E allora restiamo anche noi in silenzio. A meditare. A cercare di capire la differenza che passa tra uno stupro bianco e uno stupro nero.

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