La rubrica che inauguriamo oggi è la più odiosa che si potesse immaginare. L’abbiamo intitolata “cronaca nera” ma non riguarda la malavita, i delitti, le rapine, i furti. È cronaca “nera” perché si occupa di razzismo e intolleranza e nasce con lo scopo di segnalare tutti i casi che ormai si registrano quasi quotidianamente in ogni angolo d’Italia.
Il fenomeno è sempre più preoccupante e sta dilagando senza alcun ritegno. Se fino a poco tempo fa si sentiva il rumore fastidioso di un razzismo sotterraneo, ora quel rumore è diventato un boato e si sente tuonare anche in superficie. È di questi giorni la notizia del manifesto fascista disegnato da Boccasile nel 1944 e ripreso oggi pari pari dai fascisti di “Forza Nuova”. Il manifesto mostra un uomo di colore che aggredisce una donna bianca e la scritta dice: “Difendila! Potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia”. Un manifesto che istiga al razzismo richiamando la vergogna delle leggi razziali.
E allora, visto che il razzismo non ha più neanche il pudore di nascondersi, ma addirittura espone manifesti del genere, Radici Future Magazine ha pensato di monitorarlo in questa rubrica, segnalando non tanto e non soltanto i casi più clamorosi, quelli di cui giocoforza si occupano giornali e telegiornali nazionali, quanto i piccoli, striscianti, odiosi esempi di intolleranza. Diciamo subito, per sgombrare il campo da qualsiasi possibile equivoco, che “Cronaca nera” non intende assumere un atteggiamento assolutorio nei confronti dei migranti. Chi delinque, chi commette un crimine deve essere perseguito e punito a prescindere dalla nazionalità e dal colore della pelle. Nessun dubbio su questo. Tolleranza zero per i violentatori riuniti in branco, come quelli che hanno agito a Rimini ai danni della turista polacca, per quelli fuori di testa che non si fermano neppure davanti a un’ottantenne, per i rapinatori e per i violenti.
Ma gli altri? I migranti “buoni”? Perché accanirsi contro di loro? Perché varare un provvedimento come quello preso da Michela Rosetta, sindaca leghista di San Germano Vercellese, che ha deciso di multare con sanzioni che vanno da 150 a 5000 euro chiunque abbia l’ardire di affittare un immobile a un migrante?
È un’ordinanza odiosa, peggiore di quella di un’altra sindaca leghista, Magda Beretta, prima cittadina di Senago, in Brianza, che ha stracciato il piano di accoglienza già firmato dal suo predecessore.
Ma ancora più odioso è quello che è successo a Breno, un paesino in provincia di Piacenza.
Breno era stata indicata per ospitare in una ex scuola abbandonata quindici profughi minorenni provenienti da Senegal, Sierra Leone, Ghana, Nigeria, Bangladesh, Gambia, Guinea e ospiti già da un anno in un centro a Bologna. Possono turbare l’ordine e la serenità di un paese quindici profughi minorenni? Naturalmente no. Secondo la gente di Breno invece sì. E allora, per scongiurare il loro arrivo, alcuni anonimi abitanti hanno scritto sul muro della ex scuola un proclama: “Breno dice no ai neri e alle coop. E all’invasione”. Non solo. Per impedire l’accesso ai quindici ragazzini hanno ostruito l’ingresso con quintali di balle di fieno. La protesta, per fortuna, non è andata a buon fine per l’intervento del sindaco e delle forze dell’ordine che hanno rimosso le balle di fieno e dato ospitalità ai profughi. Ma l’episodio di intolleranza e razzismo verso quindici ragazzini resta. Come verranno accolti sui banchi di scuola?
Altro episodio, stavolta di reale violenza, a Rimini. In quella che, con un’orrenda definizione, viene definita la “capitale del divertimentificio” questa estate non c’è stato soltanto l’odioso stupro ai danni della turista polacca cui abbiamo già fatto cenno ma anche un altro episodio, meno noto e trattato soltanto superficialmente da giornali e telegiornali. È successo che tra i tanti arrivati a Rimini per le vacanze c’erano anche un ventiduenne di Caserta e una diciannovenne di Ancona. I due, di cui non conosciamo i nomi, hanno subito fatto coppia e, insieme, hanno pensato di fare qualche colpetto, sì, un furterello qua, uno là, per trovare un po’ soldi da spendere in discoteca. I furti li facevano soprattutto in autobus, dove è più facile allungare le mani verso una borsetta o una tasca.
Un giorno però è andata male, il colpo non è riuscito e le cose sono precipitate. In un attimo il ventiduenne di Caserta e la diciannovenne di Ancona hanno dimostrato di non essere soltanto due ladruncoli da quattro soldi, ma anche due pericolosi razzisti. È successo che il furto in autobus ai danni di una donna non è riuscito ma i nostri eroi, invece di abbassare il capo e tentare di scappare, l’hanno seguita quando è scesa dall’autobus e l’hanno aggredita per strada colpendola con calci e pugni diretti soprattutto contro la pancia. Sì, contro la pancia, perché la donna era incinta di sei mesi. E non è finita: mentre la colpivano i due urlavano “Ti faremo abortire, negra di merda”. Perché la donna, oltre ad aver osato sventare il furto, aveva anche il torto di essere di colore. Per fortuna è riuscita a proteggere il suo pancione. Di cosa sia capitato agli squallidi “Bonnie & Clyde” del divertimentificio romagnolo non si hanno notizie, nessuno ne ha più parlato.
Ecco, queste cose intende raccontare settimanalmente “Cronaca nera”. Perché la gente apra gli occhi, perché soprattutto i giovani prendano coscienza del momento che stiamo attraversando e non si comportino come quel giovanissimo tifoso della Roma che, dopo la sconfitta subita da parte dell’Inter, ha mandato un messaggio al difensore romanista Juan Jesus dicendo: “Brutto negro mongoloide la prossima partita la vedi col cannocchiale”.
Il giocatore, un brasiliano di colore, ha denunciato il ragazzino. Speriamo che condannino i suoi genitori.
Nasce la rubrica Cronaca nera: il razzismo spiegato a tutti… anche ai razzisti
Lello Gurrado | 4 September 2017
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