Io sono stata schiava del diavolo, anima e corpo
Gianni Svaldi | 20 October 2016

Storia di un caso di possessione demoniaca riconosciuto dalla chiesa. Maria per quattro anni è stata esorcizzata da padre Cipriano De Meo

«Come vuoi che ti chiami?». «Chiamami Maria, come la Madonna cui sono devota».

L’unico privilegio ai personaggi in questo resoconto su un caso di possessione riconosciuto dalla Chiesa, sono i nomi di fantasia. Altri, non ne hanno avuti: non volendo creare false aspettative, non mi sono fidato di quanto mi veniva detto. Ho cercato prove, verificato domande, chiesto documenti. Scavando, ho trovato una grande umanità e qualcosa di difficilmente spiegabile. Arrivo a Maria dopo la morte a settembre scorso dell’esorcista padre Amorth, quando mi faccio la domanda: chi sarà il suo successore? Google dà subito la risposta: padre Cipriano De Meo, frate di San Severo (Fg), devoto a padre Matteo da Agnone, ritenuto uno dei più grandi esorcisti di tutti i tempi. Qualche domanda, un po’ di indagine giornalistica e arrivo a Maria. Oggi è una quarantenne, ha una famiglia e vive a sud di Bari. Le chiedo di raccontarmi la sua storia. Al secondo appuntamento mi porta la relazione della Chiesa, i suoi diari e delle foto. Ed è dal documento del clero che iniziamo. Dopo aver interpellato il vescovo della diocesi di appartenenza, il parroco di Maria scrive nel 1993 a padre Cipriano chiedendo il suo intervento: “All’unanimità di detti specialisti – si riferisce a psicologi e psichiatri ndr – fu esclusa la presenza di problemi a livello mentale. E quindi l’attenzione si rivolse soprattutto ad un’eventuale presenza del maligno, poiché i fenomeni facevano pensare a tale ipotesi”, riassume il prelato che poi avvisa “l’arcivescovo è stato informato dei fenomeni e ha dimostrato la sua fiducia nell’operato di p. Cipriano”.

La discesa negli inferi per Maria è iniziata prima, sul finire degli anni ’80. Per lei “andare all’inferno” non è una metafora. «Avevo 16 anni, giocavo come tante ragazze della mia età alle sedute spiritiche, chiedevamo chi sarebbe stato interrogato, usavamo le lettere in cerchio, il bicchiere e il crocifisso». Il maligno si presenta come uno zio defunto anni prima: «Mi diceva con le lettere e il bicchiere che mi voleva bene, che mi stava vicino, a me piaceva, sino a quando dalle lettere uscì “io ti amo, io ti amo”». «A quel punto fui sbattuta contro il muro da una forza disumana e mi uscì la bava dalla bocca». Maria non racconta la sua storia ai genitori per timore di essere sgridata, ne parla solo con l’amica e un prete che sminuisce e invita solo a pregare. Dopo circa un anno i fenomeni si ripresentarono. «Dopo un litigio col mio ragazzo dell’epoca, il maligno si impossessò di me. Io non ricordo niente ma chi mi stava accanto mi ha detto poi che parlavo con una voce di uomo, dicevo di chiamarmi Mauro, di essere Satana», spiega. «Fui portata da psicologi e psichiatri ma in alcuni casi scapparono spaventati». Così viene informato per la prima volta il vescovo e interpellato l’esorcista della diocesi. Ma qualunque sia il fenomeno, un esorcista di provincia non basta. «Allora mi hanno inviato a padre Cipriano», dice. I viaggi della speranza vanno avanti per 2 anni, prima che Maria si liberi della presenza. In quel periodo incontra altri due esorcisti: lo stesso padre Amorth e don Milingo (all’epoca esorcista della diocesi di Roma). Incontra anche papa Giovanni Paolo II. «Mi hanno raccontato che mentre lo guardavo con sguardo satanico, lui è tornato indietro e mi ha abbracciata, io non ricordo niente però». La foto dell’abbraccio Maria vuole che venga resa pubblica, quella mentre guarda il papa con occhi di fuoco no. La donna non rammenta niente dei momenti di possessione. Ma dove era la sua mente e il suo spirito mentre il corpo urlava e minacciava tutti è la parte più amara del racconto. «Quando il demone prendeva il mio posto parlava altre lingue, bestemmiava, era violento. A quel punto io prendevo il suo di posto, mi vedevo all’inferno e soffrivo abusi sessuali terribili con oggetti, fustigazioni, mi veniva messa la corona di spine in testa e venivo crocifissa. Il maligno voleva che firmassi con lui un contratto affinché le mie sofferenze finissero, ma io non l’ho mai fatto». «Soffrivo tanto, ma non ero sola».

pagina-diario-2-1La famiglia l’ha sostenuta a costi disumani. Anche a non voler credere a una sola parola di quello che raccontano Maria e le persone che le sono state accanto, ci sono i fatti che ruotano intorno agli strani accadimenti avvenuti tra il 1989 e il 1995 che hanno dello straordinario. «Per salvarmi, i miei erano finiti sul lastrico, quasi non c’era da mangiare a casa. Le spese erano tante e i miei genitori per badare a me non lavoravano. L’amore di mia madre, mio padre e dei miei amici mi ha salvata». Più dei dolori, dei tormenti che il suo spirito ha subito, Maria si commuove per chi ha sofferto insieme a lei. «I miei amici mi portavano persino a ballare e se si presentava il maligno mi riportavano in macchina e pregavamo». Poi c’era Antonio (anche questo nome è di fantasia), un vicino di casa. E’ lui che l’accompagna a San Severo una volta alla settimana, tutti i mercoledì insieme ai genitori. Due persone non bastano a tenerla.  «Lungo il tragitto – ricorda la madre di Maria – parlava lingue strane, e quando si accorgeva che stavamo andando verso il luogo degli esorcismi erano guai per tutti, picchiava i malcapitati che erano in macchina». «Durante le prime possessioni – prosegue la madre – indicò due persone, il padre e Antonio.

pagina-diario-2-2Ricordo una voce di uomo che disse ad entrambi “sarò il vostro tormento”». Antonio è un testimone chiave di questa storia, lo raggiungo a casa sua, ma questo Maria non lo sa. Ricorda che una volta è stato sbalzato di parecchi metri: «Eravamo soli in camera e la tenevo ferma durante una crisi quando il demone mi ha spinto facendomi volare contro un armadio come se fossi un orsacchiotto», dice l’uomo che ora ha 75 anni. Quando gli chiedo se è certo che si tratti di un caso di possessione mi dice «Sono sicuro di quello che ho visto, le ho visto sollevare me che all’epoca pesavo 80 chili come se niente fosse e scaraventare due vasi da 50 chili a metri di distanza. No, non ho dubbi». Gli esorcismi sono fatti di preghiera e riti. Tra questi bruciare tutti i giocattoli, tutti i posti dove il maligno si può nascondere. Maria scrive un diario. A settembre gli amici le organizzano una festa a sorpresa e lei non lo può sapere. “In chiesa è andata bene. Il pomeriggio sono stata bene, avevo solo un lieve mal di testa. Quando, però, si è avvicinato l’orario per uscire, ho cominciato a essere agitata, nervosa, non avevo voglia di fare niente e il mal di testa mi era aumentato… mi sentivo sempre più debole da non riuscire a tenere gli occhi aperti. Solo dopo ho capito perché stavo così male, i miei amici mi hanno organizzato una
festa a sorpresa… Lo scopo del “mio amico” (si riferisce al demone ndr) era quello di rovinarmi la festa”. “Devo dire che anche se sono stata pagina-diario-2-3male ho avuto solo dei dolori fisici, ma non ho visto né lui né mi sono vista con la corona di spine”. Il 31 gennaio la stanza di Maria viene esorcizzata. “Quando padre Cipriano ha esorcizzato sia il mio ufficio che la mia stanza ho avuto dei grossi problemi alla testa e alla gola. In linea di massima, lui (si riferisce sempre al demone ndr) non ha fatto altro che piangere”.

Maria adesso dice di essere da oltre 20 anni libera. E’ una professionista, lavora e ha famiglia. Al termine le domando “senti ancora la presenza, anche se lontana da te?”. Sorride e non risponde mentre mi stringe la mano. E a me basta così per non chiedere altro.

 

*L’inchiesta nell’agosto del 2017 ha dato vita a un libro, Satana Dentro

Satana Dentro

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