“La sensazione principale è quella d’indignazione per questo crimine che stanno perpetrando contro Dilma. E’ una cosa assurda. La Rousseff è giudicata da un gruppo di ladri, truffatori e persone senza scrupoli. Questo è il rovesciamento della verità, una cosa incredibile. Il New York Times ha pubblicato un lungo articolo dicendo solo che, non è concepibile. Ma nessuno che si prenda la responsabilità di dire le cose come stanno. Due sentimenti stanno emergendo in questo momento: che Dilma era l’unico presidente che ha lasciato accertare tutto, non ha mai protetto nessuno, mai impedito qualsiasi indagine da parte della magistratura. Cosa evidentemente non apprezzata da molti colleghi del parlamento e del senato.
Prima non era mai stato così, figuriamoci. E la seconda cosa che va detta è che ha sempre mantenuto questa grande dignità che sta dimostrando anche in questi giorni. Si stanno inventando formalità al fine di giustificare l’ingiustificabile. Il mio sentimento è di rabbia, ma sono tranquillo, perché sappiamo che questo fa parte del processo che stiamo vivendo e che lei sta subendo. L’indignazione rinnova le nostre energie”.
A pronunciare queste parole, il marito di Dilma Rousseuf, che nonostante la separazione non ha mai abbandonato il suo sostegno e il suo aiuto alla Presidente. Rincara la dose, l’avvocato Carlos Araujo, una vita al fianco di Dilma anche nella lotta politica. “Il PT sta cercando di scappare dalle sue responsabilità, ed è vergognoso. Dilma ha fatto i suoi errori ma il PT non può ignorare i fatti commessi, non punire nessuno, fare finta di nulla di fronte a frodi a ruberie.
Non ha preso le contromisure al dilagare della corruzione. Le misure in materia di bustarelle o altro che avevano all’interno del partito non ci sono state e la leadership del partito, ha favorito il banditismo. Il Pt deve fare mea culpa e spiegare alla società, il perché di certe scelte. E prima ancora, spiegare perché hanno trattato Dilma male da quando il governo ha iniziato ad avere difficoltà, accusandola di tutti gli errori. Sono stati loro, a favorirne, l’accerchiamento”.
Quello che l’ex marito della Presidente Rousseff dice senza tanti giri di parole è che questa operazione camuffata da golpe politico in realtà è un gioco sporco che molti, anche ex amici, stanno portando per tornare alla leadership di Lula. Il Brasile è in piena recessione, le politiche di Lula, quando ha cominciato la sua avventura che l’ha portato a diventare presidente, prevedevano un futuro diverso. Nonostante per questo per i partiti sembra ancora essere l’unica soluzione.
Il suo progetto originale è completamente diverso da quello è stato poi, un punto di cui si parla molto a sinistra del PT. Se Lula ha portato avanti delle politiche neoliberali insieme però a iniziative sociali consistenti, con Dilma questo elemento è andato gradualmente spegnendosi. Dilma optando per la strada del capitale nazionale, di concerto con le grandi banche e le grandi imprese ha toccato sia la macro che la micro economia. Decidendo chi, deve ricevere sovvenzioni, statali, 500 miliardi di reais, e chi no. Tutti destinati ai global players, i grandi campioni nazionali, ossia le grandi imprese che oggi stanno dichiarando fallimento o sono in grosse difficoltà (Oderbrecht, Oi, ecc… ) e i quali manager sono oggi sotto accusa da parte della magistratura. E molti, spaventati e trovatisi senza copertura e difesa da parte dei politici, hanno cominciato a parlare. Si sono sacrificate piccole medie imprese in favore di manager che promettevano ricerca e sviluppo. Chi incassa i soldi, invece, poi non investe, ma semplicemente, intasca il denaro.
“Il PT, deve perdere un po’ dell’arroganza che ha sempre avuto, sin dal suo inizio. Deve, assumersi la responsabilità delle sue scelte e fare molta autocritica.” Sono molti i deputati e gli amministratori che hanno guai con la giustizia, il Lava Jato preoccupa a tutti i livelli, sia imprenditori e manager, che amministratori pubblici, nominati o eletti che siano.
E’ opinione di molti quindi, come conferma anche la posizione dell’avvocato Araujo, che ciò che preoccupa maggiormente chi siede ai banchi del parlamento è che si possa agire sulle politiche economiche e soprattutto si limiti ancora di più il ruolo dei giudici, che spaventano non poco. Soprattutto, lo dice tra le righe accusando questi politici di miopia e incapacità di comprendere cosa sarà il domani per il Brasile, “Hanno l’illusoria pretesa di risolvere tutti i problemi affidandosi a un colpo di mano e alla retorica quando queste scelte stanno determinando non solo la fine dei sogni di crescita del Paese ma anche la vittoria di chi vuole arricchirsi attraverso speculazioni e chi attraverso la crescita. A questa gente che parla di famiglia e onore non importa della ricchezza del Brasile ma di quello dei loro conti alle Cayman”.