Censura, anche detta eccesso di pudore
Barbara Castellano | 20 July 2016

Diciamolo subito, d’impeto, così da evitare fraintendimenti: in questo pezzo si parlerà di coppie omosessuali, sesso, amore, televisione, cinema e censura per cui se lor gentil lettori sono affetti da “eccesso di pudore” probabilmente preferiranno andare a rileggere il libro Cuore. Sconsigliati invece Catullo e Saffo.

Il riferimento immediato è al caso di censura avvenuto lo scorso 8 luglio su Rai2 che, trasmettendo un episodio di “How to get away with murder” (tradotto -e male- in “Le regole del delitto perfetto”), ha tagliato una scena in cui Oliver e Connor, due dei protagonisti, si baciano. Il pubblico si è ribellato ricorrendo a Twitter e cinguettando del colpo di forbici agli attori e ai produttori a suon di #RaiOmofoba. Peter Nowalk, il genio dietro alla serie prodotta in casa “Shondaland”, la stessa Shonda Rhimes, regina dei giovedì sera americani, e Jack Falahee che interpreta Connor hanno di rimando dato le loro risposte di sdegno. Si sono interessati alla causa tanto da seguirla e indirizzarsi direttamente a Rai2 che, vista la portata raggiunta dall’omofobo gesto, ha invece pubblicato un comunicato con quelle che inizialmente non possono nemmeno essere considerate scuse ma giustificazioni.

«Non c’è stata nessuna censura, semplicemente un eccesso di pudore dovuto alla sensibilità individuale di chi si occupa di confezionare l’edizione delle serie per il prime time. Capisco l’irritazione, ma mi preme far notare che dopo anni e anni di serie esclusivamente poliziesche Rai2 ha cominciato a proporre titoli di diverso contenuto, quali Le regole del delitto perfetto e Jane the Virgin, che tratta di maternità surrogata. Anche queste polemiche ci aiutano a prendere le giuste misure per il futuro. Come dimostrano anche le scelte fatte per i nuovi palinsesti, Rai2 sarà sempre più sensibile alla complessità del mondo contemporaneo».

Così parlò il direttore Ilaria Dallatana.

“Un eccesso di pudore dovuto alla sensibilità individuale” è una delle più fantasiose perifrasi per i ben più corretti termini “censura omofoba”. Riprendendo il significato dalla Treccani il pudore non è altro che “senso di riserbo, vergogna e disagio nei confronti di parole, allusioni, atti, comportamenti che riguardano la sfera sessuale”. Sì perché se di eccesso di pudore proprio si deve parlare allora perché questo pudore non coinvolge le numerose e spinte scene di sesso etero? D’altronde una delle prime scene della serie è un cunnilingus –chiamiamo le cose con il loro nome, siete stati avvisati- tra Nate e Annalise (la straordinaria Viola Davis, per la sua interpretazione dell’avvocato Annalise Keating, è stata la prima donna di colore a vincere un Emmy Award nel 2015). Ora, posto che dopo il putiferio creatosi Rai2 ha avuto l’accortezza di rimandare in onda la versione non censurata dell’episodio, viene da interrogarsi sull’ignoranza -recuperando anche qui il significato etimologico del termine- rispetto ai prodotti comprati e mandati in onda. “How to get away with murder” è infatti un gioiellino da quindici episodi per due stagioni estremamente visivo e crudo in ogni sua parte: dal sesso agli omicidi. La stessa protagonista è -spoiler alert- bisessuale mentre, ironia della sorte, proprio la relazione tra Connor e Oliver è sviluppata attorno all’amore piuttosto che al sesso. È quindi evidente come, ancora e più o meno inconsciamente, si ritiene che una relazione gay sia lussuria piuttosto che sentimento.

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La seconda rete generalista non è nuova a questi episodi, nossignore. Nel dicembre 2008 aveva infatti mandato in onda e per giunta già in seconda serata una versione tagliata del capolavoro di Ang Lee “I segreti di Brokeback Mountain” con Jake Gyllenhaal e Heath Ledger (ci manchi Heath). Anche in quel caso la scusa fu complicata almeno quanto il comunicato inviato per giustificarsi. In soldoni per una serie di sfortunati eventi la Rai aveva chiesto la versione integrale, le era stata mandata quella censurata e nessuno ha controllato prima che venisse mandata in onda. Anche in questo caso il film fu ritrasmesso integralmente con buona pace di chi soffre di eccesso di pudore e dei luminari che non riuscirebbero a spiegare ai preziosi pargoli perché due uomini o due donne si baciano e fanno sesso. Nessun problema se si tratta di un uomo e una donna. Eppure sarebbe davvero così semplice prendere in prestito la tagline dello stesso film e dire “l’amore è una forza della natura” senza se e senza ma.

Su questo “ma” si potrebbe poi scrivere un capitolo intero perché in tanti -troppi- lo usano in costrutti simili: «Non sono omofobo ma le loro cose potrebbero farle a casa loro, perché si devono baciare per strada». Breaking news: il “ma” è un avversativo, quella è una frase omofoba e le coppie gay si baciano per strada esattamente come quelle etero. Che poi a prescindere possa o meno dar fastidio vedere le gole di due amanti quello è discorso che attiene a come ognuno sceglie di vivere la propria sfera privata. Sovvengono inevitabili a tal proposito i versi di Prévert “I ragazzi che si amano si baciano in piedi / Contro le porte della notte / E i passanti che passano li indicano col dito / Ma i ragazzi che si amano / Non ci sono per nessuno / Ed è la loro ombra soltanto / Che trema nella notte / Stimolando la rabbia dei passanti / La loro rabbia, il loro disprezzo, le loro risate, la loro invidia  / I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno / Essi sono altrove molto più lontano della notte / Molto più in alto del giorno / Nell’abbagliante splendore del loro primo amore”.

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Se tutto ciò non fosse abbastanza quest’anno l’Italia si è resa protagonista di un altro caso simile che ha coinvolto la proiezione nelle sale del film “Weekend” del 2011 di Andrew Haigh laconicamente etichettato così dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana): «Sconsigliato. Non utilizzabile. Scabroso». La casa di distribuzione Teodora Film lo scorso marzo, a 5 anni dall’uscita del film, ha trovato solo 10 cinema in tutta Italia disposti a proiettare la storia d’amore nata da un incontro occasionale tra Glenn e Russel perché molti cinema d’essai sono ospitati in spazi della Chiesa e quindi devono conformarsi alle valutazioni delle Sacre Schiere. Certo, ci sono dei margini di contrattazione, ma tant’è. I cinefili si sono riversati in massa nelle sale e, dopo le proteste sui social, queste aumentarono da 10 a 21.

Il problema non è semplicemente cambiare canale, il problema è culturale ed è radicato in tutti coloro che ancora si ostinano a dare definizioni cristallizzate di “naturale” e di “amore”. Due persone che si amano si baciano e fanno sesso per il piacere di farlo, costruiscono una relazione e lottano perché duri, possono fallire ma comunque crescono insieme. Non c’è nulla di scabroso in questo. L’amore, omosessuale o eterosessuale,  non è censura e non è eccesso di pudore, l’amore è una forza della natura.

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