Che cos’hanno in comune Papa Francesco e Carlo Magno?
Del primo conosciamo pressoché tutto: dal noviziato nella Compagnia dei Gesuiti fino al Papato, passando per l’importante palestra di vita del Ministero episcopale in Argentina. Da quell’inatteso “buonasera”, con cui ha esordito subito dopo l’elezione, il suo Pontificato è stato un susseguirsi di gesti estremamente rivoluzionari, che hanno acceso sul Vaticano i riflettori di tutto il mondo. Del Magnus ne sappiamo molto meno. Dovremmo metterci di buzzo buono a studiare la storia medievale, un periodo di solito poco amato dagli studenti per le numerose date da mandare a memoria. Una valida alternativa allo studio, però, potrebbe essere viaggiare; che altro non è se non un modo piacevole –dunque, il più efficace- di conoscere e amare.
Nella parte più occidentale della Germania, al confine con Belgio e Olanda, si trova Aachen (in italiano Aquisgrana). Con i suoi 250 mila abitanti, le abitazioni ben rifinite e un’invidiabile pulizia, la città riesce a coniugare perfettamente storia e modernità. Ecco, se vogliamo familiarizzare con l’imperatore in questione, senza doverci impegnare troppo sulle sudate carte, è qui che dobbiamo andare. Il Magnus ne fece la sua residenza privilegiata, forse per il clima favorevole e per l’importante tradizione termale della città. Ancora oggi, le 27 sorgenti di Aquisgrana forniscono acqua da bere e per i bagni, rappresentando un polo di attrazione parallelo al “tour carolingio”. Nella parte storica, accanto al Municipio, troviamo il duomo e la cappella palatina (la cappella privata dell’imperatore). Nonostante i vari restauri, tutto è perfettamente conservato e lo “spettatore” davvero non saprebbe dove posare lo sguardo: dall’oreficeria degli interni al trono di Carlo Magno, fino il maestoso candeliere donato da Federico Barbarossa. Il Municipio in stile gotico sorge sulle mura dell’antico palazzo imperiale. Al suo interno meritano di essere ammirati soprattutto la sala dell’incoronazione e i famosi affreschi di Rethel, che ritraggono la vita del Magnus. In ultimo, per chiarirsi le idee sulla Storia del Sacro Romano Impero, è d’obbligo una visita al moderno Centro Carlomagno, dove gli avvenimenti della città sono spiegati con video, plastici e oggetti dell’arte carolingia, sveva e ottoniana.
Ma torniamo a Papa Francesco. Nel giorno dell’Ascensione, lo scorso 6 maggio, potere temporale e potere spirituale si sono incrociati ancora: il Santo Padre è stato insignito del premio Carlo Magno, che la città di Aquisgrana consegna ogni anno a chi si batte a favore dell’integrazione dei popoli europei. Proprio come seppe fare il grande imperatore, riconosciuto all’unanimità il primo pensatore dell’Europa unita, il Comitato direttivo quest’anno ha giudicato papa Francesco “capace di sognare un’Europa del dialogo e dell’accoglienza”.
Difatti, echeggiano ancora negli orecchi le sue continue esortazioni a riscoprire le vere radici del Vecchio Continente: civiltà, ingegno, capacità di rialzarsi e d’integrare. Ancora una volta, significative sono state le sue parole al termine della premiazione: “Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, sogno un nuovo umanesimo europeo, «un costante cammino di umanizzazione», cui servono «memoria, coraggio, sana e umana utopia»
Speriamo che chi deve udire, finalmente, oda.
Foto: © Republic of Korea (CC BY-SA 2.0), Frans Berkelaar (CC BY-SA 2.0).