Appena varcata la soglia della minuscola bottega si ha l’impressione di aver fatto un salto indietro nel tempo: l’atmosfera retrò e l’irresistibile odore di libri vi lasceranno senza fiato. E non poteva essere altrimenti, in quanto la “Libreria del Teatro” è ubicata nel centro storico di Bitonto, proprio di fronte all’ottocentesco Teatro Comunale “Tommaso Traetta”.
Gianluca Rossiello, con alle spalle una lunga esperienza come librario, ha voluto creare questo luogo sul prototipo della sua libreria ideale, quella che da lettore avrebbe sempre voluto frequentare semmai ce ne fosse stata una a Bitonto. A sua immagine e somiglianza, quindi: accogliente, romantica e raffinata.
Qui conta molto di più il rapporto umano di quello commerciale. L’idea è quella di trovarvi il “libraio di fiducia”, dove i clienti sono più che altro amici e dove persone con gusti letterari simili possono conoscersi e diventare a loro volta amici tra loro. Col tempo, infatti, Rossiello ha pure creato un “Circolo dei lettori” all’interno del quale fa “girare” un libro in modo tale da conoscerlo prima ancora che il suo autore venga ospitato in uno dei numerosi incontri da lui organizzati. Incontri che si trasformano in vere e proprie chiacchierate intime con gli scrittori. «È una formula decisamente più stimolante per chi legge e anche per chi scrive», chiosa orgoglioso Gianluca.
Ad essere ospitati non sono necessariamente gli autori conosciuti, anzi. Secondo un rigoroso “piano di lettura” (Rossiello legge un paio di libri alla settimana), sono previsti, ogni mese, sei o sette incontri di autori famosi e almeno uno di un autore esordiente o poco conosciuto. Alla “Libreria del Teatro” se un libro è piaciuto dopo la presentazione, resta, non viene mai reso alla casa editrice. Semplice ed efficace la filosofia di Rossiello: «se un libro mi piace lo devo sempre avere nella mia libreria, affinché possa sempre consigliarlo ai miei clienti. E questo vale soprattutto per gli autori meno noti, perché quelli famosi si vendono a prescindere, anche se spesso sono proprio quelli che deludono maggiormente». Gianluca non crede nei grandi autori ma nei grandi libri: basterebbe già questo per farlo diventare un’icona tra le case editrici indipendenti.
Quale libro non deve mai mancare sui suoi scaffali e quale invece non vi troverà mai posto?
«”Le notti bianche” di Dostoevskj lo troverete sempre. Mentre non ci saranno mai i libri di Antonio Cassano e quello di Salvatore Riina. Anche se, comunque, sono dell’avviso che bisogna dare spazio a chiunque abbia scritto qualcosa: ciascuno ha la sua dignità. Confesso che questa mia scelta mi ha persino infastidito, ma quando è troppo è troppo!».
Gli autori sono davvero tutte prime donne?
«Ci sono alcuni autori, anche importanti, che avrei preferito non conoscere di persona. Il rischio è quello di restare delusi per una serie di motivi: alcuni pensano di essere arrivati e hanno pretese assurde, come un numero esorbitante di pubblico o di copie da vendere. Va detto che per ogni presentazione c’è dietro un gran lavoro: l’autore viene “coccolato”, portato a cena a fine serata e magari il giorno successivo, in base alla sua disponibilità, in giro per la città. Per fortuna ci sono anche delle persone meravigliose che sanno apprezzare tutto questo e con le quali è nato un bellissimo rapporto. Devo ammettere che i legami più belli si stringono maggiormente con gli esordienti».
Quale sarà il destino delle librerie indipendenti?
«L’unico modo per farle sopravvivere è quello di farle diventare dei luoghi di aggregazione sociale, così come accade nella mia libreria. Qui si festeggia il suo compleanno, proprio come se fosse quello di una persona: la libreria è la mia donna, la mia migliore amica. Dalle nove di sera in poi, una volta chiuso al pubblico, questo luogo diventa un salotto d’incontro per i miei amici, grazie ai tavolini, le sedie e il frigorifero (loro regalo di compleanno alla libreria e non a me) che sono a disposizione. Il problema è comunque sempre lo stesso: i libri sono tanti e i lettori sono pochi e il margine di guadagno è davvero insufficiente».
L’invito allora è quello di organizzare una passeggiata nel meraviglioso centro storico di Bitonto e di fare un salto qui alla “Libreria del teatro” per “respirare” cultura. Non ve ne pentirete.