Una famiglia su dieci non ha libri in casa
Redazione | 27 December 2017

Dal rapporto Istat 2017 sulla “Produzione e lettura di libri” in Italia esce un Paese che legge poco, pochissimo. La colpa è anche della sovrapproduzione: “Oltre la metà dei titoli pubblicati nel corso del 2016 è rimasta invenduta”

“Nel 2016 circa una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa, dato ormai costante da quasi un ventennio. Anche nei casi in cui è presente una libreria domestica, il numero di libri disponibile è molto contenuto: il 28,2% delle famiglie possiede non più di 25 libri e il 63,2% ha una libreria con al massimo 100 titoli”: è  preoccupante il quadro che esce dal rapporto Istat  Produzione e lettura di libri in Italia.   Sempre nel 2016, oltre l’86% dei circa 1.500 editori attivi ha pubblicato non più di 50 titoli; oltre la metà (54,8%) sono “piccoli editori”, che producono al più 10 opere in un anno, e il 31,6% sono “medi” editori, che producono in un anno da 11 a 50 opere”. I “grandi editori”, con una produzione libraria superiore alle 50 opere annue, “rappresentano il 13,6% degli operatori attivi nel settore e pubblicano più di tre quarti (76,1%) dei titoli sul mercato, producendo quasi l’86% delle copie stampate”. Oltre il 50% degli editori attivi nel 2016 ha sede nel Nord del Paese; la città di Milano da sola ospita più di un quarto dei grandi marchi. Nel 2016 si rileva un lieve segnale di ripresa della produzione editoriale: i titoli pubblicati aumentano del 3,7% rispetto all’anno precedente; persiste invece la tendenza alla riduzione delle tirature (-7,1%). Ancora in calo i lettori, “passati dal 42,0% della popolazione di 6 anni e più del 2015 al 40,5% nel 2016. Si tratta di circa 23 milioni di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali”.

“La popolazione femminile mostra una maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età: complessivamente il 47,1% delle donne, contro il 33,5% dei uomini, ha letto almeno un libro nel corso dell’anno. Leggono di più i giovani tra gli 11 e i 14 anni (51,1%) rispetto a tutte le altre classi di età”.

A fronte della grande mole della produzione editoriale, “il 23,2% degli operatori attivi del settore ha dichiarato che oltre la metà dei titoli pubblicati nel corso del 2016 è rimasta invenduta”.
In merito alle modalità di distribuzione, che costituiscono un elemento determinante della filiera editoriale, gli editori considerano strategico il ruolo delle librerie indipendenti nell’intercettare la platea dei lettori effettivi e potenziali: “su una scala di punteggi compresa tra zero e dieci (con lo zero a rappresentare efficacia nulla e dieci al contrario efficacia massima), le librerie indipendenti hanno infatti ottenuto in media il punteggio di 7,6. Anche i canali italiani di distribuzione online (quali le librerie on line, i siti di e-commerce, ecc.) sono stati ritenuti decisivi (avendo ottenuto un punteggio medio pari a 7,1) così come gli eventi quali fiere, festival, saloni della lettura ecc. (ai quali è stato attribuito in media un punteggio di efficacia di 6,7).

La grande distribuzione organizzata (supermercati, grandi magazzini, ecc.) e i punti vendita generici (quali edicole, cartolerie, autogrill, uffici postali, ecc.) sono considerati canali di distribuzione relativamente meno efficaci per accrescere la domanda e ampliare il mercato editoriale, avendo ottenuto in entrambi i casi un punteggio medio pari a cinque”.

Leggi qui il rapporto integrale

Commenti