Gadaleta – Palmisano, Conversazione a Molenbeek, Radici Future, Bari, 2016
Francesco Monteleone | 19 October 2016

copertina-moleenbeckLa terribile strage al Bataclan, gli attentati di Bruxelles e Nizza, l’attacco all’aeroporto di Istanbul: è impossibile cancellare alcune immagini di sangue e morte, ormai impresse nella nostra mente come un fermo immagine. L’efferatezza del terrorismo islamico ha scioccato il mondo intero, incitando a una continua e costante riflessione su tematiche mai troppo esaminate a fondo, quali l’integrazione e il fondamentalismo islamico.

In particolar modo, c’è un quartiere nel cuore di Bruxelles sul quale, d’emblée, si sono accesi i riflettori della politica e dell’opinione pubblica. È Molenbeek, la periferia più conosciuta del momento, perché presentata dai media come crogiuolo del fondamentalismo islamico e centro di reclutamento dei terroristi.

Ma è davvero così? Qual è, in realtà, la storia economica e socio-culturale di questo quartiere atipico, così diverso dalle banlieue francesi e italiane? Che cosa ha attirato proprio qui milioni di immigrati, prima italiani e dagli anni Settanta soprattutto magrebini?

Se ne parla in “Conversazione a Molenbeek”, la nuova proposta editoriale di Radici Future Produzione, tradotta in francese da Carmela Moretti: un’intervista lunga, in cui il sociologo barese Leo Palmisano interroga e incalza Annalisa Gadaleta, assessore al Comune di Molenbeek per le Politiche Ambientali, l’Istruzione pubblica e la Cultura Fiamminga, nel tentativo più che riuscito di sviscerare argomenti tenuti all’ombra per molto tempo.

Dal botta e risposta, emerge che qualcosa non ha funzionato nel processo di integrazione a Bruxelles (ma ormai dovremmo dire nell’Occidente intero). La seconda e la terza generazione di immigrati è stata vittima di una pesante esclusione sociale, causandone un forte ripiegamento identitario. I giovani immigrati vivono a Bruxelles e vestono all’Occidentale, ma praticano l’Islam e hanno rapporti con il loro paese d’origine, complici la televisione e i social network.

Che cosa, dunque, li fa diventare terreno fertile per una propaganda ideologica ben precisa? E quali sono le “colpe” delle istituzioni?

“Conversazione a Molenbeek” è una lettura veloce e agevole, che ci porta nel cuore di uno dei posti più singolari del nostro Occidente, con il ritmo di un’intervista, ma con la profondità di un piccolo saggio.

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