Lavoro e sviluppo: finita l’era degli squali, il nuovo manager è etico
Redazione | 20 July 2017

E’ emerso durante il convegno annuale di Coopfond. Al centro della giornata di lavoro i temi della cultura cooperativa e formazione manageriale, aspetti su cui si è concentrato negli anni l’impegno finanziario e progettuale del fondo mutualistico di Legacoop. Presente ai lavori la ministra Fedeli

 

ROMA – “Percorsi di valore” è il titolo che quest’anno Coopfond, il fondo mutualistico di Legacoop, ha dato al convegno annuale, svoltosi lo scorso 18 luglio a Roma nell’Acquario Romano. Al centro della giornata di lavoro, i temi della cultura cooperativa e formazione manageriale, aspetti su cui si è concentrato negli anni l’impegno finanziario e progettuale di Coopfond. Da un lato, questa è una delle funzioni che la Legge 59 del 92 affida ai fondi mutualistici, dall’altro questi temi rappresentano il ponte con il futuro, lo strumento per costruire la cooperazione del domani. Non a caso, la scelta di parlarne attorno ad un tavolo con esperti da punti di vista diversi, e non a caso la scelta di farlo nel giorno della presentazione della rendicontazione sociale. L’ha illustrata Aldo Soldi, direttore generale del fondo, nella prima parte della mattinata, ripercorrendo, nel rendiconto, proprio le azioni che guardano al futuro: il sostegno alla nascita di nuove cooperative, attraverso il progetto Coopstartup e i Workers by Out (esperienze cooperative di dipendenti che recuperano le aziende in crisi), le tante iniziative per la diffusione della cultura cooperativa, la difesa di alcuni presidi importanti della realtà cooperativa.

 

Il fondo si alimenta dal 3% degli utili delle cooperative, ha una natura redistributiva che è alla base del mutualismo: gli utili delle cooperative più grandi e in salute possono sostenere i progetti di sviluppo di quelle più piccole, o le nuove iniziative. Un confronto, quello promosso in “Percorsi di Valore”, che il fondo ha voluto non soltanto per fermarsi a guardare il percorso fatto, ma anche e soprattutto per orientare il lavoro dei prossimi anni. Il primo approfondimento ha coinvolto chi lavora sullo sviluppo delle competenze manageriali cooperative: Raffaella Curioni, presidente di Quadir ed Enrico Parsi, direttore di Scuola Coop, ente di formazione delle cooperative di consumo, Mattia Granata, responsabile del Centro studi e Cultura cooperativa di Legacoop. Diversi gli spunti di riflessione: una domanda di formazione che paradossalmente cala man mano che si cresce nel percorso professionale e che è quasi sempre legata alla formazione tecnica; i ritmi di lavoro nelle imprese, sempre più orientati alla soluzione delle urgenze, mentre la produzione del nuovo richiederebbe tempi più lunghi; le opportunità di spazi in cui i manager cooperativi possano frequentarsi e stare insieme. Perché la linea di fondo che unisce gli spunti della mattinata è che i manager cooperativi non sono solo bravi manager, e la formazione cooperativa non può che partire dai valori e da come questi diventano i centro e l’origine vera dell’agire manageriale. La tavola rotonda successiva, “Conoscenza e formazione: leve strategiche per lo sviluppo”, ha visto discutere, con la moderazione di Enrico Fontana, esperti di scienze come Fabio Beltram della Scuola Normale di Pisa e Guido Caldarelli di IMT Lucca, LIMS Londra e Catchy, il sociologo Leonardo Palmisano, presidente di Radici Future, Katia De Luca coordinatrice di Generazioni e Mauro Lusetti, presidente di Legacoop Nazionale, oltre all’intervento video dell’on. Silvia Costa, presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo. Anche dalla tavola rotonda tante idee: dall’importanza di abolire, durante la formazione, le domande di cui si sanno già le risposte, alla necessità di integrare umanesimo e cultura scientifica, dalla forza della rete e delle connessioni per imparare e produrre conoscenza, all’impegno a favorire le capacità imprenditive dei giovani senza sottovalutare l’auto-apprendimento e le possibilità di co-costruzione dei percorsi formativi da parte di giovani in crescita. Infine, il messaggio forte della necessità, per la cooperazione, di costruire pensiero e un’idea di futuro, ribadita da Lusetti, superando il rischio dell’omologazione e rafforzando invece la distintività cooperativa dei valori, la vera via attraverso cui la cooperazione, oggi, può arrivare ai giovani. Ha concluso la mattinata Valeria Fedeli, ministra per l’Istruzione, l’università e la Ricerca, che ha ricordato il ruolo attivo della cooperazione nel promuovere azioni concrete per la sostenibilità che è al centro dell’Agenda 2030, la digitalizzazione come strumento totalmente trasversale che consente un’innovazione didattica, il lavoro sulla “terza missione dell’Università”, e cioè quella imprenditiva.

 – d.l. –

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