Nel mondo c’è davvero molta fame di solidarietà. Eppure essere solidali con gli altri, a volte, oltre ad aiutare il prossimo aiuta anche se stessi.
Lo sa bene Michele Alberga, medico chirurgo, specializzato in chirurgia d’urgenza e odontoiatria che, da circa 25 anni, si dedica con profondo amore ad alleviare i problemi di persone che sono costrette a vivere in condizioni molto difficili. “Le mie missioni in Africa sono iniziate 40 anni fa. Durante la celebrazione di una messa domenicale a Santa Fara, il parroco disse che c’erano molti posti liberi per coloro che desideravano trascorrere una settimana di esperienza missionaria in Albania. Mi presentai all’appuntamento senza dire niente in famiglia e stranamente constatai che su quaranta persone che avevano acconsentito, ci presentammo solo in sei”.
E’ stato proprio da quel momento e dopo aver vissuto quell’esperienza così intensa che Michele Alberga ha intrapreso il suo peregrinare nel mondo: Eritrea, Rwanda, dove ha contribuito a costruire un bellissimo ospedale pediatrico con 40 posti letto, ed infine in Burundi, dove da cinque anni, insieme a volontari e alla Caritas della parrocchia di S. Nicola di Adelfia, sta portando avanti un programma culturale e di formazione del personale locale per le estrazioni dentali e di piccola chirurgia.
“Sono piccole conquiste che regalano gratificazioni, perchè sono finalizzate ad aiutare gente che vive ai margini della società.Il vescovo della città di Rutana, a sud del Burundi, è una persona giovane, intraprendente che impegna il 90% delle risorse per migliorare le condizioni di vita della sua gente. E’ una persona squisita, con la quale è nato un feeling meraviglioso: tra l’altro negli ultimi due anni è stato ospite a casa nostra ad Adelfia, in provincia di Bari, per qualche giorno.
Ricordo con piacere un episodio esplicativo ed emblematico della sua personalità. Un pomeriggio assolato venne da me un sacerdote del vescovado e mi disse che era avvenuto qualcosa di molto particolare: il vescovo, a sorpresa, aveva deciso di uscire con me e con lui per andare a bere un bicchiere di birra insieme. Il tutto fatto con estrema semplicità e in abiti civili. Tutti, preti e suore, rimasero molto meravigliati e sorpresi, perchè era un modo insolito e nuovo per il vescovo di accogliere un ospite e trascorrere con lui un momento di condivisione. Quello era un modo per ringraziarmi di quello che avevo fatto per il suo popolo”.
La popolazione del Burundi vive, purtroppo, in una situazione pessima perchè le risorse sono veramente scarse e pur avendo molta acqua, tra laghi e fiumi, non riesce sostentarsi come potrebbe. C’è molta povertà diffusa e si avverte l’assenza di un qualsiasi segno di rispetto per la dignità della persona, soprattutto della donna. “Ci vado ogni anno per un tempo limitato, perché ho anche una famiglia con quattro figli che mi aspetta a casa. L ‘attività odontoiatrica è senz’altro più immediata perchè risolve in poco tempo situazioni a volte cruciali. Qualche tempo fa ho estratto denti infiammati senza anestesia perchè solo così, a detta loro, potevano risolvere il problema del dolore, dato che non sapevano quando ci sarebbe stato un altro dentista che avrebbe potuto risolvere il loro problema. E’ un popolo con molta dignità che vive i retaggi tribali di secoli di lotte”. Purtroppo ci sono varie emergenze in territori poveri come questi. Al momento, ad esempio, è scoppiata nuovamente la guerra tra Hutu e Thutzi. “Oltre alle donne chi ne risente ancor di più sono chiaramente i più piccoli, tanto che soprattutto nella capitale Bujumbura si è notata la scomparsa di molti bambini e chiaramente si pensa al traffico di organi umani, mercato che rifiorisce soprattutto in questi periodi di guerra. Il vescovo Mon Bonaventure Neymana, con fondi pubblici, ha costruito non senza difficoltà due belle strutture in muratura: una per la ginecologia e l’altra per l’odontoiatria. La loro finalità è quella di dare un’assistenza gratuita a tutti coloro che ne fanno richiesta, ma sono due strutture a cui manca praticamente tutto”.
Un’altra difficoltà importante, che crea non poche problematiche, è quella relativa all’allacciamento della corrente elettrica, per la quale il governo chiede ben ventimila euro. “La corruzione è un fenomeno sempre più radicato e dilagante nel territorio burundese. Il progetto che porto avanti quest’anno insieme al vescovo è quello di aiutare i carcerati di una prigione di Rutana (un luogo per me simile ad un girone dell’inferno dantesco), nel quale convivono persone disperate, da bambini in tenera età, nati in quel luogo, ad adolescenti e a donne in difficoltà, a uomini simili a relitti. Mi piacerebbe regalare loro una macchina da cucire così che possano imparare a cucire. Vogliamo anche permettere l’istruzione dei ragazzi, consentendo loro di avere due insegnanti di inglese e francese cosicché possano migliorare culturalmente e avere un germe di speranza per il loro futuro. Il nostro augurio è che possano cominciare a credere in una crescita dignitosa della loro persona che li aiuti ad uscire dallo stato di degrado ed emarginazione nella quale si trovano”.
E anche noi di Radici Future Magazine, ci auguriamo questo.