Un tempo era la sede dell’ordine dei Carmelitani, arrivati in Puglia nel XIII secolo, il cui insediamento avvenne nel lontano 1542 in una zona vicina all’Ospedale del Sacro Monte di Pietà. Oggi invece l’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine, dopo il restauro avvenuto nel 1815 ad opera della Confraternita del Carmine e dopo gli adeguamenti degli anni ‘70, è un luogo dove vengono organizzate numerose attività ludico-ricreative per bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 mesi e i 18 anni.
Una vera e propria oasi all’interno della città vecchia di Bari, balzata agli onori di cronaca più per eventi delittuosi che per buone pratiche. Eppure, tra le viuzze strette e caratteristiche del borgo antico e tra famiglie che si contendono il monopolio di particolari zone, sorge l’Opera Pia dell’Arciconfraternita Maria SS. Del Carmine, che grazie all’impegno di qualificati educatori e del suo instancabile presidente, l’ingegner Vito Lafortezza, offre un’alternativa alla criminalità dilagante. All’interno, l’Opera Pia del Carmine, che ha ottenuto la Certificazione ISO9001 e la Certificazione Etica, si divide in un Centro ludico e un Centro diurno. Il primo è dedicato a bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni; il secondo, invece, è rivolto a ragazzi di età compresa tra i 6 e i 18 anni. Nel centro ludico i bambini sono seguiti da educatrici che si occupano della cura e della gestione delle attività, nonché del rapporto quotidiano con i genitori; la coordinatrice invece, si occupa principalmente delle relazioni con la famiglia e della programmazione delle proposte educative.
Per i bambini è un luogo di socializzazione e di stimolo delle proprie potenzialità affettive, cognitive e di socializzazione nella prospettiva di un armonico sviluppo psicologico ed affettivo. Il centro diurno, invece, aperto ormai da sei anni, è un luogo di integrazione sociale e culturale per i 30 ragazzi qui presenti di età compresa tra i 6 e i 13 anni. Attraverso un programma di inserimento in attività culturali, ricreative e sportive, l’Opera Pia mira al recupero dei minori con problemi di socializzazione o a rischio di emarginazione e devianza. Il centro propone attività di vario genere, dal teatro alla musica, da attività ludico-espressive al doposcuola, da laboratori creativi a laboratori di cucina. Il 90% dei ragazzi presenti proviene dalla città vecchia e da famiglie che vivono una profonda condizione di disagio. Si tratta di ragazzi affidati dagli assistenti sociali all’Opera Pia, in accordo con le famiglie stesse, che auspicano per i propri figli un futuro migliore, diverso da quello a cui sono abituati. Tanti sono gli adolescenti con una storia difficile alle spalle e che grazie al sostegno delle educatrici che infaticabilmente si dedicano alla loro formazione, sono riusciti a raggiungere grandi risultati. Uno su tutti, un ragazzo di circa 11 anni che sapeva scrivere solo il proprio nome e lo sapeva scrivere solo copiando. Oggi quel ragazzino, pur non essendo riuscito a colmare tutte le sue lacune, ha raggiunto grandi risultati, vincendo anche un premio che gli è stato conferito dai Lions, con un fumetto sulla legalità. Tra le attività proposte dall’Opera Pia del Carmine e che mirano proprio al recupero di situazioni difficili, c’è la realizzazione di un museo virtuale nel quale verranno esposte, in alcune zone della struttura, opere artistiche e a cui seguirà un percorso virtuale illustrato dai bambini stessi su di un supporto tecnologico, come i tablet.
Un’oasi contro l’illegalità, contro la devianza e contro l’abbandono scolastico. Un faro nella notte che, come tante altre strutture sul territorio barese, vede lentamente ridursi i fondi dall’amministrazione comunale, con conseguenti disagi. L’Opera Pia del Carmine infatti, è una struttura accreditata e convenzionata con la Regione Puglia e con il Comune di Bari, ma è costretta a stringere la cinghia, a causa dei contributi che arrivano con tempi biblici.
Una considerazione a margine andrebbe fatta. L’amministrazione pubblica dovrebbe avere un occhio di riguardo per queste strutture che si occupano di minori a rischio devianza, perché, seppur possa sembrare un concetto scontato, si tratta del futuro di una città.