«Bologna la grassa e l’umana. Bologna capace d’amore. Bologna è una ricca signora che fu contadina che sa che l’odor di miseria da mandare giù è cosa seria». Bastano pochi versi della profetica canzone di Francesco Guccini a descrivere la bellezza interiore di una città, la “Rossa” per eccellenza, dove è nato un progetto complesso ma esemplare. Un progetto che vede coinvolti molti quartieri del capoluogo dell’Emilia Romagna, e che, se imitato, abbatterebbe per la gran parte lo scarso senso di altruismo e di apertura verso “l’altro”.
Una fitta rete di oltre un centinaio, tra associazioni, cooperative e gruppi di volontari, che in collaborazione con alcuni enti di formazione, il Comune (attraverso il fondo anticrisi) e l’Università di Bologna per combattere la povertà e l’esclusione sociale. Stiamo parlando delle “Case Zanardi”, un progetto nato nel 2013 grazie a un bando indetto dal Comune bolognese e dall’Istituzione per l’Inclusione sociale “don Paolo Serra Zanetti”.
Il modello d’ispirazione sono stati gli storici “negozi Zanardi”, dal nome del sindaco socialista, Francesco Zanardi, che ebbe l’idea nel lontano 1914 per dare una mano concreta alla popolazione schienata dalla guerra. Oggi sono diventate una reale opportunità di formazione e lavoro per o giovani e per tutti quelli che sono in cerca di lavoro e andare incontro a chi ha serie difficoltà economiche fornendo loro beni di prima necessità. Tutto all’insegna del “contrasto allo spreco”, alla partecipazione cittadina attraverso il volontariato e il crowdfunding (chiunque può fare una donazione e sostenere le tante iniziative, anche attraverso il sito web). Insomma, un welfare che funziona benissimo, una volta tanto, costituito da undici spazi sociali disseminati in vari quartieri cittadini, per altrettanti progetti. Cantieri, laboratori, orti e vivai, centri di formazione d’informazione e negozi.
Nel Quartiere Navile si trova il “Cantiere Zanardi”, promosso dall’associazione Terra Verde, l’Istituto Professionale Edile, il Centro di Giustizia Minorile, la Provincia e il Comune di Bologna, oltre ad aziende edili e del verde. L’intento è di formare e inserire nel mondo del lavoro tutti i giovani con problemi d’inserimento e disagio, di età compresa tra i 17 e i 25 anni, sia italiani sia stranieri. Obiettivo principale è la riqualificazione di una zona storica del quartiere Navile con nuovi arredi urbani per la creazione di un parco giochi e il recupero d’insediamenti artigianali poco o per nulla sfruttati.
Nei Quartieri Navile e Savena è nata “Communitas”, grazie ad Associazioni Riunite, che ha l’obiettivo di combattere lo spreco di alimenti e di lavoro ed è rivolto alle persone che rischiano o sono già in una situazione di esclusione sociale. Percorsi d’inserimento al mondo del lavoro mediante il recupero di spazi aperti alla comunità dove possa avvenire lo scambio d’informazioni, di beni e di servizi, come sportelli informatici, di supporto psicologico, di competenze e opportunità lavorative, oppure una Fiera solidale.
Sempre nel quartiere Navile troviamo il “Banco di solidarietà” promosso dal Gruppo Associazioni Riunite e dal Banco di solidarietà di Bologna. Scopo del progetto è di organizzare iniziative per raccogliere beni alimentari di primaria necessita da distribuire alle famiglie più indigenti. Un’operazione di diffusione del senso di solidarietà e condivisione che coinvolge gli studenti delle scuole primarie e secondarie con un’iniziativa chiamata DonaCibo.
Il progetto “Gallina vecchia” vede promosso dal Consorzio Sic, dalle cooperative La Rupe e Fare Mondi e dalle associazioni Mondodonna e Naufragi, ha lo scopo di creare possibilità d’inserimento lavorativo per le fasce più deboli oltre che a spazi per la socializzazione e di servizi. Quattro i laboratori: un’officina di biciclette; uno di sartoria; lo spazio in via Abba costituito da Lavorienta (dedicato alla formazione e di sostegno), Spazio Baratto (indumenti, giochi e accessori per i più piccoli e le loro mamme) e Spazio Bimbi (dedicato anche alle famiglie); infine il Laboratorio culturale Naufragi (dedicato all’elaborazione di strategie e politiche d’inclusione).
Altro progetto è “Volontariato al centro”, promosso dall’A.S.Vo in collaborazione con la cooperativa Accaparlante e l’associazione Centro Documentazione Handicap. Scopo è di promuovere la cultura della solidarietà e combattere le disuguaglianze sociali attraverso corsi di formazione, servizi di orientamento al volontariato, seminari di formazione e di sensibilizzazione, monitoraggio delle attività del volontariato e del terzo settore e tirocini.
Nel Quartiere Lame-Pescarola è nato “A Pescarola”, promosso dal Coordinamento Volontariato Lame, Senza il banco, Terra Verde e Eta Beta. Obiettivo principale è quello di trasformare il disagio sociale in una risorsa che non sprechi beni, lavoro e relazioni. Questo grazie alla realizzazione di un Centro per l’infanzia e la famiglia, alla formazione mirata a educare alla legalità e all’auto-imprenditorialità, a corsi di formazione per donne di altre culture, a iniziative atte a sensibilizzare sulla responsabilità sociale e sulle buone pratiche, infine, alla qualificazione di spazi comuni dove accogliere, ascoltare, conoscere e aiutare l’altro.
Il progetto Bio-Social, promosso da Eta Beta, Biodivercity, ResCUE-AB Centro Studi e Ricerche in Agricultura Urbana e Biodiversità e Mondo Donna si propone invece di recuperare una zona del Quartiere Roveri particolarmente degradata, diffondendo uno stile di vita assolutamente etico e sostenibile. Tutto questo mediante una rete che va dalla coltivazione (“Orto Circuito”), la produzione (”Cucina ECOnomica”) e la distribuzione (“Alte Terre”).
Per aiutare temporaneamente le famiglie particolarmente abbienti e con minori, titolari della Social Card o che rientrano nel Piano di Assitenza Individuale, sono stati istituiti, al momento, due “Empori Solidali”, uno in via Capo di Lucca (realizzato da VolaBo, Legacoop Bologna e Forum Terzo Settore in collaborazione con L’Istituzione per l’inclusione sociale don Zanetti), l’altro in via Abba gestito da Mondo Donna e la cooperativa Open Group. Altre aperture sono in cantiere in vari quartieri. Questi market si reggono grazie alla solidarietà di tutti i cittadini attraverso un crowdfunding civico.
In cantiere anche una “Fabbrica Zanardi”, promossa dall’Associazione Primavera Urbana in collaborazione con ATS autogestione ex Scuole Merlani. Si tratta di un’officina in cui inserire gente con difficoltà lavorative, dove progettare e costruire risciò con materiale assolutamente da riciclo.
Ma Case Zanardi non trascura nemmeno il valore della lettura. Con “Librarsi”, promossa dalla cooperativa sociale Accaparlante e l’associazione Centro Documentale Handicap, si cerca, infatti, di promuovere il libro per il cambiamento culturale. Due gli spazi previsti: “Libro Animato” dove realizzare narrazioni animate e “Libro Accessibile”, un modo per rendere i libri alla portata proprio di tutti mediante il prestito.