In Vaticano è il momento delle donne... forse
La Segreteria generale del Sinodo dei vescovi si avvarrà del contributo di quattro donne: tre suore e una laica. La decisione accende la speranza per una Chiesa meno maschilista
Michela Di Trani | 3 June 2019

Il 17 aprile scorso, quando è stata resa pubblica la decisione di Papa Francesco di nominare Consigliere dello Stato della Città del Vaticano, suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), Docente Ordinario di Economia Politica presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, ricordo che se n’è parlato fuori e dentro le redazioni. La nomina di una donna in Vaticano è stata una sorpresa, anche se bella si è discusso molto sulla questione femminile nella Chiesa “sull’altra metà del Cielo”. Nonostante la bella luce inattesa molte di quelle discussioni si sono concluse con scetticismo: “Una rondine non fa primavera”. Ma quando e dove meno te lo aspetti si accendono altre luci in quella stessa metà del cielo. Per la prima volta nella storia della Chiesa, per volere di Papa Francesco, la Segreteria generale del Sinodo dei vescovi si avvarrà del contributo di quattro donne: tre suore e una laica. Il Papa, infatti, ha nominato consultori della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi: Nathalie Bécquart Xavière, già direttrice del Servizio nazionale della Conferenza episcopale francese per l’evangelizzazione dei giovani e per le vocazioni; Alessandra Smerilli, docente di Economia presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, membro del Comitato scientifico e organizzatore delle settimane sociali dei Cattolici della Conferenza episcopale italiana, consigliere dello Stato della Città del Vaticano; María Luisa Berzosa Gonzàlez, direttrice di Fe y alegría (Spagna). Ad esse si aggiunge Cecilia Costa, docente di Sociologia presso l’Università Roma Tre. È innegabile che soffia il vento del cambiamento fortemente voluto da Jorge Mario Bergoglio.

E ancora, il tema di una maggiore presenza delle donne nei ruoli apicali negli organismi della Santa Sede è stato anche affrontato dal Consiglio dei cardinali (organismo che ha il compito di aiutare il Santo Padre nel governo della Chiesa universale) che si è chiuso il 10 aprile scorso. Al termine del C6 in un incontro con i giornalisti il direttore ad interim della Sala stampa vaticana, Alessandro Gisotti, a chi ha posto la questione della leadership delle donne nella Chiesa ha chiarito: «Non è la prima volta che si parla di questo tema. Il Papa ha parlato addirittura della necessità di una teologia della donna. Ora si può dire che se ne parla con più forza, che l’approfondimento promosso dal Consiglio dei cardinali è ancora più forte».

Insomma, la questione femminile è sui tavoli di lavoro del Vaticano che bisogna ammettere che stiano producendo risultati. Il direttore dei Musei Vaticani è una donna, Barbara Jatta, un'altra donna, Amalia D’Alascio, è stata designata da pochi giorni a capo ufficio nella Biblioteca Apostolica Vaticana. L’Unione Cattolica Stampa Italiana, che si appresta a festeggiare i suoi 60 anni dalla costituzione, spegnerà le candeline con la vaticanista di Rai News 24 Vania De Luca alla presidenza. Anche Vania De Luca in 60 anni di storia è la prima donna alla guida dell’UCSI.

Insomma, lucette che si illuminano a sorpresa dall’altra parte ci sono. E non sono poche. Il cambiamento ci sarà ma ci vorrà tempo perché il cielo brilli in maniera uniforme fuori e dentro il Vaticano. Nel mondo sono ancora troppe le umiliazioni subite in famiglia che spesso sfociano in femminicidi, nei luoghi di lavoro e nella società. È necessario un cambio di mentalità, di sguardo e di passo delle persone, non solo degli uomini, anche delle donne. Teniamo bene a mente che la Chiesa non è un’entità astratta ma è fatta di carne, di uomini e di donne. Se le persone muteranno attenzione e sguardo cambierà anche la Chiesa. Ma tanti sono i semi gettati e le rondini in volo. Bisogna saperli riconoscere, saper aspettare con speranza ciò che avverrà, mettersi in cammino verso un altrove sconosciuto, osare di vivere in maniera diversa.

 

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