“Aiutiamoli a casa loro!”: è la frase fatidica che sentiamo ripetere, in genere, quando si parla di migranti. Cosa vogliamo dire? Diamo loro un po' di soldi perché non partano? Forse, se ci riferiamo ai migranti economici... ma qualche volta quei soldi, se sono stati “dati”, sono finiti nelle mani dei trafficanti. Che i migranti li hanno comunque prelevati dai loro paesi, dopo averli spremuti, ma poi li hanno ammassati in campi di concentramento.
Ma ammettiamo anche che ci sia davvero il buon proposito di incentivarli a non partire, cosa davvero bisognerebbe fare?
Pochi hanno le idee chiare, se questo punto. Ma uno sicuramente ce l'ha chiarissime: don Bonifacio Duru, sacerdote nigeriano, che da qualche tempo opera a Matera, ma che dieci anni fa ha messo in piedi con coraggio, anche perché giovanissimo, l'operazione “Missione Verde”, con un obiettivo preciso: cambiare il modo di vedere l'Africa, partendo dalla cancellazione dei luoghi comuni e da una consapevolezza precisa: solo formando i bambini si darà un futuro all'Africa. Perché loro siano in grado di capire e sfruttare le immense ricchezza del continente. Tutti gli altri interventi dei paesi occidentali sono stati pura e semplice speculazione.
Don Bonifacio, perché sbagliamo a “vedere” l'Africa e da cosa nasce la tua Opera?
“La nostra opera nasce da questa consapevolezza: l'unico modo giusto di vedere l'Africa è capire di cosa ha veramente bisogno, e ve lo spiego io: educare i bambini e aiutare i malati. Quello che voi europei fate fatica a capire, dalla mia esperienza, è capire che dobbiamo essere noi a liberare noi stessi. Azione Verde inizia la sua opera anteponendo a tutto i bambini e i malati e noi vogliamo essere in grado di cambiare le sorti di questi bambini e dell'Africa. Perché l'unico modo di cambiare l'Africa è cambiare il bambino”.
Qual è la vostra regione di azione?
“Noi siamo a Sud-Est della Nigeria dove attualmente la guerra del Biafra è finita: la zona che sembra più povera ma che è più ricca di risorse naturali, quindi abbiamo bisogno di formare i bambini in modo che siano loro a saper sfruttare il loro ambiente. Per questo, la prima esigenza è quella educativa e poi sanitaria”.
Cosa ne pensa dell'ondata migratoria che dall'Africa si riversa sull'Europa e della reazione che l'Europa sta avendo nei confronti di questi flussi?
“Secondo me i viaggi della disperazione e i flussi migratori sono le conseguenze dell'ingiustizia cominciata molti anni fa. Perché se il comportamento dell'uomo fosse stato improntato alla giustizia, non si sarebbe arrivati a questa situazione”.
Ma è vero che sono i meno scolarizzati a venire qui in Europa?
È logico, sono quelli che non hanno potuto avere una formazione ma che vogliono comunque realizzarsi in qualche modo. Perché se tu non educhi i bambini, le conseguenze sono queste, ma quando i bambini vanno a scuola e si formano adeguatamente non vengono qui.
Quando dicono “Aiutiamoli a casa loro” che cosa intendono dire e cosa invece servirebbe?
Il concetto è spesso fuorviante. Non sono loro che devono aiutare, ma loro devono cercare e attivare le persone veramente in grado di aiutare le popolazioni africane. Spesso succede che vengono dati soldi dai vostri governi ai nostri, ma così la situazione non cambia, perché chi ha distrutto la ricchezza del posto sono i politici, e attraverso i politici nazionali, i politici locali diventano solo messaggeri della cattiveria.
Molte volte gli aiuti internazionali si fermano ai governi, ai potenti e non beneficiano la popolazione, quindi. E questo viene da molte parti evidenziato. Ma come si fa ad arrivare ai destinatari?
Noi sappiamo chi può portare questi aiuti, per farli arrivare ai bambini o ai poveri, ma non attraverso i canali politici: questi non sono aiuti ma solo manovre politiche. Senza contare che molto spesso i governi occidentali blandiscono i governanti africani solo per avere il via libera nelle loro politiche di sfruttamento e questo non fa altro che continuare ad alimentare l'ingiustizia. E a causare nuovi problemi e nuove povertà.
Ma oggi gli appetiti nei confronti delle vostre ricchezze sembrano essere aumentati, dato che anche dall'Asia e dalla Cina in particolare si è intensificato lo sfruttamento delle risorse.
Certo, questo avviene perché l'Africa, come dicevamo, è ricchissima di risorse, ma se non riusciamo a educare i bambini, perché diventino protagonisti del loro ambiente, non possiamo parlare dell libertà, dell'indipendenza. Perché se i politici sono quelli interessarti a commerciare le risorse pubbliche faranno solo quello e niente cambierà. Quindi chiunque può sganciare i soldi ha la strada spianata. Ieri erano gli inglesi, l'Europa, oggi stanno arrivando i cinesi. E la storia si ripete e la fuga continuerà. L'unico modo per cambiare le cose, lo ripeto con convinzione, è educare i bambini a diventare protagonisti della storia del loro paese e delle scelte nel segno della libertà e dello sviluppo. Aiutare coloro che sono disposti a formare le nuove generazioni e curare i malati: questo significa investire sull'Africa.