L'ignoranza è la madre della paura, scriveva Herman Melville. Un monito, vero come un Comandamento, che nessuno avrebbe letto se Moby Dick non fosse stato riscoperto 65 anni dopo la sua pubblicazione. Quando uscì, il libro fu un flop: 3000 copie.
Moby Dick è a modo suo un libro dei libri. Un libro sul mare, sul coraggio, sulla morte e sul Male, perché, in realtà, di questi 4 elementi siamo fatti. Testo difficile e lungo, impossibile da attraversare se non si ha esperienza di lettura. Ma, alla fine non è così anche il mare, inaccessibile per l'inesperto, per il marinaio di acqua dolce?
Per alcuni, compreso chi vi scrive, ha la potenza della Divina Commedia, solo che l'orrore delle fiamme è sostituito dal ghiaccio: lo spavento viene dal bianco e non dal rosso. Melville, profeta moderno, non saprà mai di essere uno dei più grandi scrittori della storia umana. Morirà povero e dimenticato. A 200 anni dalla sua nascita, primo agosto 1819, lo scrittore statunitense ha un altro merito: è stato uno dei primi a tirare fuori la questione Ambientale. L'odio del monco capitano Achab per il Leviatano (ma in realtà una balena) si mischia con lo sfruttamento della natura, la miseria umana, il commercio del pregiato olio di balena.
Il demone che vive negli umani ha sempre creato il mostro prima di compiere stragi. E questo vale per gli animali e per gli altri uomini: balene, tigri, leoni, ebrei, neri, streghe-donne, gay. Il male ingiustificabile così trova una ragione per le masse, un'assoluzione per chi le manovra. Ai più attenti, del messaggio di Melville-Ismaele - che nel libro prende il nome del Profeta biblico riconosciuto anche dal Corano - resta una domanda. Domanda che a 200 anni dalla nascita dello scrittore è viva: chi è il Leviatano nel racconto, l'animale Moby Dick o l'umano Achab?
"L'ignoranza è la madre della paura e, essendo io del tutto stupefatto e imbarazzato a proposito dello straniero, vi confesso che provavo ora di lui tanto terrore quanto se mi fossi trovato in camera nel cuore della notte il diavolo in persona"
"Credo che il mio corpo sia soltanto la feccia del mio essere migliore. Di fatto, prenda il mio corpo chi vuole: prendetelo, non sono affatto io. E allora tre evviva a Nantucket, e venga la lancia sfondata, e il corpo sfondato, quando vogliono, poiché, di sfondarmi l’anima, nemmeno Giove è capace" (Moby Dick)