Le recenti rivelazioni di Christopher Wylie, l’informatico di 28 anni che ha lavorato per la Cambridge Analytica tra il 2013 e il 2014, riaprono con forza il dibattito mai spento sulla sicurezza dei nostri dati in Internet. Wylie infatti ha dichiarato di come la Global Science Research sia stata in grado, attraverso la App “This is your digital life” di spiare i profili Facebook di circa 50 milioni di persone.
Sebbene in questo caso la quantità di dati sia enorme e le posizioni degli implicati tutte da chiarire, l’uso di dati non autorizzato è un crimine tutt’altro che infrequente. Quotidianamente emergono infatti tentativi di attacco verso dati, sistemi e le reti stesse di comunicazione, e la situazione non potrà che aggravarsi tenuto conto che con l’”Internet delle Cose” il numero dei dispositivi collegati ad internet sta crescendo esponenzialmente e con esso la possibilità di subire attacchi da parte di hacker, guidati vuoi da motivi criminali vuoi da semplice desiderio di sfida personale.
Non esiste sistema informatico o semplice piattaforma o sito web che non sia stato attaccato in maniera più o meno complessa, o che non lo sarà in futuro, e se per i siti personali questo può essere un problema limitato, la gravità di attacchi cibernetici diviene elevatissima quando si parla di sistemi critici come ospedali, aeroporti, acquedotti, stazioni , solo per fare alcuni esempi.
Cosa fare per proteggersi?
Grandissima è l’attenzione delle PA e delle aziende verso questi temi e molte nuove soluzioni , come ad esempio quelle basate sull’uso di algoritmi di AI (Artificial Intelligence), possono essere utili per difenderci dagli attacchi. Resta comunque il fatto che è indispensabile per prima cosa che tutti prendano coscienza del problema. Molto spesso infatti sono proprio i comportamenti superficiali del personale delle istituzioni e delle aziende, o degli stessi cittadini, a favorire gli attacchi. E’ necessario quindi imparare ad utilizzare ben precise norme di comportamento per garantire che i sistemi di difesa siamo efficaci.
Di questo si parlerà nell’evento “Cyber Security: l’evoluzione della sicurezza nell’ecosistema 4.0”, che si svolgerà il 27 marzo 2018 nel Palazzo Ateneo dell’Università di Bari. L’evento, organizzato dal Nòva 24 – Il Sole 24 Ore, il CINI, Confidustria Bari e BAT, e appunto l’Università di Bari è la terza tappa del road show iniziato nel 2017 con le tappe di Milano e Roma e che ha la finalità di diffondere la conoscenza sul tema della sicurezza informatica e sulle ricadute del fenomeno sul sistema imprenditoriale. Un’occasione importante per approfondire argomenti cruciali per lo sviluppo e la crescita del sistema Paese (per iscriversi si può fare riferimento qui)