Fiducia. Una parola importante. Fondamentale nelle relazioni interpersonali, nei rapporti sociali e nella vita parlamentare, perché il Governo entra nella pienezza dei suoi poteri con la fiducia del Parlamento.
Sotto il primo profilo, è stato autorevolmente rilevato che la fiducia verso l'altro si fonda su tre aspetti, simultanei: che l'altro faccia sempre quello che dice di voler fare; che lo faccia in modo competente, cioè sia affidabile; infine, che sia giusto e corretto. Questa fiducia verso la persona richiede tempi lunghi di conoscenza reciproca ed esperienza.
Anche il rapporto politico si fonda su un forte elemento fiduciario, del singolo elettore verso l'eletto, dei deputati eletti verso l’esecutivo. La fiducia politica è condivisione ed affidamento che l'altro porti avanti il programma condiviso in modo coerente. Nella politica, la fiducia comporta una delega . Ai delegati (e al suo partito) vengono attribuite prerogative e facoltà di scelte che per il delegante si esauriscono in certa misura con l’espressione del voto, secondo la logica della democrazia rappresentativa.
Tra la dimensione personale e quella parlamentate, c'è quella che potremmo definire la “fiducia sociale”. E’ questo, forse, il vero problema.
Essa prescinde dal singolo, ma si fonda sulla certificazione di affidabilità conferita dalle istituzioni ai propri funzionari, ai tecnici, ai professionisti, ecc.; ad esempio, “dobbiamo” aver fiducia che l'autista del bus faccia la strada stabilita, guidi in modo attento e si fermi alla nostra fermata; ci fidiamo che il funzionario pubblico gestirà le nostre pratiche in modo competente e serio, così come il professore dei nostri figli, il dirigente regionale, l’infermiere dell’ospedale ecc. Non perché ne abbiamo conoscenza diretta, ma in virtù di quella “fiducia sociale” di affidabilità che dovrebbe essere garantita dall'intero sistema delle istituzioni e dei servizi pubblici, come fondamento non scritto del patto di cittadinanza. Questa fiducia, che si costruisce in decenni, se non in secoli di storia di una comunità, è largamente in crisi.
Ed allora: la fiducia che il Parlamento concede al nuovo Governo è certamente uno snodo fondamentale nella vita istituzionale. Può richiedere anche trattative di 90 giorni, ma si esprime in un solo voto, spesso in unico giorno. Fondamentale dal punto di vista costituzionale, ma relativamente agevole rispetto al compito di rinsaldare il patto di fiducia sociale spesso sfaldato tra cittadini ed istituzioni.
Si tratta di una responsabilità più complessa, che richiede tempi lunghi ed una ricucitura paziente e lungimirante, alla quale ciascuno di noi è chiamato senza eccezione alcuna.