Tutte le piazze delle maggiori città italiane sono state animate dagli studenti delle scuole superiori e delle università, che hanno deciso di dare voce alla propria causa. A promuovere la manifestazione sono stati dei sindacati studenteschi quali La Rete degli Studenti Medi, l’Udu e Link, Usd mediante cortei, in cui gli studenti hanno espresso il loro dissenso, gridando lo slogan “#GIU’LAMASCHERA” e manifestando la loro richiesta nei confronti del Governo di “mettere giù la maschera” sui fondi di istruzione.
Di recente il Ministro dell’Istruzione ha asserito di doversi “scaldare con la legna che si ha” (per incentivare la propria propaganda) eppure tale affermazione risulta contraddittoria a fronte dei 29 milioni di euro di tagli all’istruzione, di cui 14 alla scuola e 15 all’università. E questa non è la sola causa scatenante la protesta studentesca. Ad essa se ne aggiungono ben altre, altrettanto valide: #GIU’LAMASCHERA sull’alternanza scuola-lavoro, la cui riduzione del monte ore ha comportato un risparmio di 56 milioni di euro che non verranno reinvestiti nella scuola, ma distribuiti ad altri ministeri; #GIU’LAMASCHERA sulla sicurezza che il Governo vorrebbe garantire con l’installazione di telecamere e i cani antidroga posti fuori dalle scuole, ignorando che una scuola propriamente detta “sicura” mal si incarna negli edifici fatiscenti che ogni giorno rischiano di crollare sulle teste degli studenti italiani; #GIU’LAMASCHERA sul diritto allo studio, non tutelato dalla mancanza di fondi che permetterebbero alle famiglie meno abbienti di sostenere gli studi dei propri figli, mediante l’elargizione di borse di studio. Contrariamente a quanto sperato, sono 150 mila i ragazzi che ogni anno sono costretti ad abbandonare gli studi a causa dell’eccessivo onere delle spese scolastiche; #GIU’LAMASCHERA sul numero chiuso e sull’accesso ai saperi che precludono a tanti la possibilità di continuare il percorso di studi a cui ambiscono; #GIU’LAMASCHERA sul decreto Salvini, che ha cercato di mascherare tendenze razziste con un decreto sulla sicurezza.
Ad infervorarsi e prendere parte alla manifestazione sono stati anche tanti ragazzi di piccole cittadine di provincia, tra cui Martina Franca, nonché sede del neonato “Collettivo 080”, un’associazione studentesca che è in procinto di confederarsi con La Rete degli Studenti Medi. Nel corso della mattinata, gli studenti hanno fatto esperienza di cittadinanza attiva, partecipando al corteo, organizzato dal Collettivo 080. Gli studenti hanno gridato il cambiamento che vogliono attuare nel proprio Paese e innalzato striscioni con frasi sarcastiche su questa politica di menzogne: “Basta crederci. Basta sperarci. Un altro mondo è possibile!”